In una Sardegna che ancora oggi convive con il peso ingombrante delle servitù militari, ogni protesta assume un’eco che va oltre la cronaca. A Decimomannu, sabato 14 giugno, durante una manifestazione organizzata dal comitato antimilitarista A Foras, si sono registrati momenti di tensione che oggi suscitano interrogativi. Un elicottero in volo radente sopra i manifestanti, lanci di lacrimogeni e – secondo quanto documentato da un video – un incendio divampato nei campi aridi della zona.
A raccogliere il testimone politico della protesta è l’onorevole regionale Valdo Di Nolfo, consigliere del gruppo "Uniti per Todde", che in una nota definisce l’accaduto «un intervento antidemocratico e pericoloso». Le sue parole non cercano la mediazione: “Le immagini di Decimomannu meritano una profonda riflessione e pongono seri interrogativi sul piano della proporzionalità dell'intervento utilizzato dalle forze dell'ordine nei confronti dei manifestanti. L’utilizzo di un elicottero a bassa quota, combinato al lancio di lacrimogeni in un’area agricola già soggetta a forte siccità, ha messo a rischio non solo l’incolumità dei manifestanti, ma anche l’equilibrio ambientale e la sicurezza collettiva”.
Nel suo intervento, Di Nolfo si rivolge ai parlamentari sardi – “di ogni schieramento politico” – affinché pongano la questione a Roma con un’interrogazione urgente. L’obiettivo, spiega, è “accertare le responsabilità istituzionali e verificare il rispetto delle norme di sicurezza e dei diritti costituzionali durante l’operazione di ordine pubblico”.
Non è la prima volta che Di Nolfo accende i riflettori sul tema delle servitù militari. “La Sardegna – sottolinea – regione che paga il conto più salato ospitando il 66% delle servitù militari totali in Italia, non può essere trattata come una zona di esercitazione permanente: è terra viva, abitata da cittadini che hanno il diritto di manifestare senza temere per la propria sicurezza”.
A inizio maggio, insieme ai colleghi Sebastian Cocco e Giuseppe Frau, lo stesso Di Nolfo aveva già sollevato critiche al disegno di legge 1887, firmato dall’on. Paola Maria Chiesa di Fratelli d’Italia, definendolo “scellerato”.
Nell’Italia in cui le esercitazioni militari si mescolano alle proteste di piazza, e le istituzioni oscillano tra sicurezza e garanzie costituzionali, il caso di Decimomannu aggiunge un altro capitolo alla lunga, mai sopita questione sarda. Se sia stato eccesso di zelo o necessità tattica, spetterà ad altri stabilirlo. Per ora, restano le immagini e le parole. E quelle, a volte, dicono abbastanza.