«Nonostante le dichiarazioni rassicuranti della Giunta regionale sull’efficienza del Piano Antincendi 2025, i fatti dimostrano una realtà ben diversa: il sistema non regge l’urto delle emergenze, e la Sardegna continua a bruciare.»
È la denuncia del consigliere regionale dei Riformatori Sardi Aldo Salaris, primo firmatario di un’interrogazione presentata insieme ai colleghi Umberto Ticca e Giuseppe Fasolino, per evidenziare le gravi criticità emerse nei recenti incendi che hanno colpito Sedilo, Dualchi, Noragugume, Guasila, Bonorva, Mores, Segariu e numerosi altri comuni. Centinaia di ettari di terreni e pascoli sono andati in fumo, insieme a rotoballe, animali, abitazioni e aziende agricole minacciate dalle fiamme.
«Domenica è stata una giornata drammatica per l’intera Isola – prosegue Salaris – con 20 roghi, divampati in poche ore, che hanno richiesto un impegno straordinario da parte degli operatori a terra e delle sale operative, attive anche durante la notte per coordinare barracelli, volontari e operai dell’Agenzia Forestas dislocati lungo i perimetri degli incendi. È emerso chiaramente come il sistema regionale presenti gravi criticità: basti pensare che il Canadair intervenuto è decollato da Roma, arrivando inevitabilmente in ritardo.»
«L’assenza di vedette attive, la carenza di attrezzature per le squadre a terra, la mancanza di un presidio aereo nel centro Sardegna e il mancato coinvolgimento del mondo agricolo nella prevenzione sono segnali preoccupanti, che richiedono un immediato cambio di passo. Nell’interrogazione si chiede alla Presidente della Regione e all’Assessore all’Ambiente di intervenire con urgenza per potenziare le dotazioni delle squadre operative così da garantire interventi efficaci anche in aree non accessibili ai mezzi, coinvolgere attivamente gli agricoltori che conoscono a fondo il territorio e possono diventare alleati strategici nella prevenzione e gestione degli incendi, istituire una base operativa per i Canadair nel centro Sardegna per ridurre drasticamente i tempi di intervento, e procedere al rinnovo del personale vista l’elevata età media di molti operatori oggi impegnati in prima linea.»
«Chi lavora sul campo merita rispetto e strumenti adeguati. Se davvero vogliamo difendere il nostro patrimonio ambientale e garantire sicurezza ai cittadini, non possiamo più accontentarci di spot e dichiarazioni. Servono soluzioni concrete, e servono adesso o sarà un inferno», conclude Salaris.