Nuovo allarme a Cala Trana. La duna fossile, risalente all’Olocene e classificata habitat di interesse comunitario dalla Direttiva europea 92/43/CEE, è da anni sotto assedio. Non solo dall’incuria, ma soprattutto dai vandali.
A denunciarlo è il Comitato “Amici di Talmone e Cala Trana”, che ha diffuso un report fotografico inviato al sindaco di Palau e, per conoscenza, al Corpo Forestale, all’Arpas e alla Conservatoria delle Coste. Le immagini mostrano recinzioni fatiscenti, paletti divelti o insabbiati, cordini sostituiti da fil di ferro e plastica. Una protezione inadeguata per un ecosistema tanto fragile.
Durante l’estate la duna diventa “scivolo” per turisti ed escursionisti che la percorrono e vi si rotolano, trascinando sabbia verso il mare. Alcuni incidono i loro nomi sulle pareti, altri staccano blocchi di arenaria o portano via sedimenti con i gommoni. Uno di questi massi, di oltre un metro e mezzo di diametro, è stato fatto rotolare fino in spiaggia.
Il Comitato parla senza mezzi termini di “processo erosivo irreversibile”. Il sedimento fresco trascinato via dall’uomo finisce disperso dalle prime mareggiate autunnali. E avverte: senza interventi immediati, la duna fossile è destinata a sparire.
Le norme ci sono: il Piano Paesaggistico Regionale e il PUL di Palau del 2019 prescrivono tutela integrale del sito, accessibile solo a piedi lungo un tracciato militare. Ma restano sulla carta.
Gli “Amici di Talmone e Cala Trana” chiedono alle istituzioni competenti di applicare finalmente la legge regionale 23/1993 e gli strumenti di salvaguardia costiera, per fermare lo scempio e garantire protezione a un patrimonio naturale unico.