I soldi non arrivano, gli allevatori perdono la pazienza. Il Centro studi agricoli accusa la Regione di non aver ancora stabilito gli indennizzi per la mancata movimentazione del bestiame, previsti dalla legge regionale.
«L’assessore all’Agricoltura Satta è troppo lento nelle decisioni – dichiara Tore Piana, presidente del Centro studi agricoli – e a oggi non solo siamo in ritardo, ma nessuno degli allevatori sa ancora quanto spetti ad ogni capo. Si faccia chiarezza: questi non sono gli indennizzi per i capi abbattuti, che sono di competenza e pagati dal Ministero delle Politiche Agricole, ma tutt’altra misura regionale».
Il nodo è chiaro: da una parte lo Stato paga per gli abbattimenti, dall’altra la Regione dovrebbe compensare il blocco delle movimentazioni. Ma la macchina regionale si è fermata.
Il Centro studi agricoli insiste anche sulle deroghe previste dall’Europa per le razze bovine autoctone sarde. «È un assurdo – prosegue Piana – che la stessa Regione, con una misura nel 2024 e nel 2025, abbia dato contributi agli allevatori per proteggere e salvaguardare queste razze autoctone in via di estinzione, e ora invece decida di abbatterle tutte, anche se sane, solo perché in una mandria si sono verificati uno o due casi di dermatite nodulare».
La ricetta proposta dall’associazione è triplice: bloccare gli abbattimenti indiscriminati, definire subito gli indennizzi, e aprire una misura straordinaria di ammasso carni per sostenere le aziende in crisi.
Il tono è ultimativo. «Se i tempi dovessero ulteriormente allungarsi – avverte Piana – il Centro studi agricoli è pronto a occupare la sede dell’Assessorato regionale all’Agricoltura. Gli allevatori sardi non possono più aspettare e non possono essere lasciati nell’incertezza e nell’abbandono».