Il caso di Danilo Cancedda: dubbi e misteri sulla morte del vigilante cagliaritano

Il 13 febbraio 2025, il corpo di Danilo Cancedda, guardia giurata di 40 anni, è stato trovato impiccato tra le sterpaglie nella zona di Santa Gilla a Cagliari, nei pressi del centro commerciale "I Fenicotteri". Il ritrovamento è avvenuto la sera stessa della sua scomparsa, dopo che Danilo era uscito di casa lasciando il cellulare e le chiavi sul letto. La Procura di Cagliari, con la sostituta procuratrice Diana Lecca, ha immediatamente aperto un'indagine ipotizzando il reato di istigazione al suicidio.

Nonostante le indagini siano in corso da quattro mesi, finora non sarebbero emersi elementi con rilevanza penale secondo quanto riportato dalle fonti. Tuttavia, il caso è tornato alla ribalta nazionale grazie alla trasmissione "Chi l'ha visto?" su Rai 3, che ha dedicato un servizio alla vicenda, dando voce ai familiari di Danilo che non credono all'ipotesi del suicidio.

La madre di Danilo, Daniela Sorrentino (chiamata anche Danya in alcuni articoli), è fermamente convinta che il figlio non si sia tolto la vita. «Non si è suicidato, i suoi piedi toccavano terra», ha dichiarato la donna durante la trasmissione "Chi l'ha visto?". La famiglia ha evidenziato diversi elementi che, a loro avviso, non sarebbero compatibili con l'ipotesi del suicidio: la posizione del corpo al momento del ritrovamento, con i piedi che toccavano terra; segni sospetti sui pantaloni di Danilo, tra cui quella che sembrerebbe l'impronta di una scarpa all'altezza del ginocchio, "come se gli avessero dato un calcio per farlo cadere"; il fatto che Danilo indossasse una cuffia che usava per pulire il vetro della macchina e gli occhiali da sole al momento del ritrovamento; l'utilizzo di una cintura di sicurezza tagliata di un'automobile come strumento per l'impiccagione.

La famiglia è assistita dall'avvocato Mauro Trogu, che sta seguendo passo dopo passo l'inchiesta. La madre ha anche creato un gruppo online intitolato "Verità e giustizia per Danilo, la voce di una madre" per raccogliere testimonianze e mantenere viva l'attenzione sul caso.

Uno degli elementi che più fa dubitare la famiglia dell'ipotesi del suicidio è il fatto che Danilo si sarebbe dovuto sposare il 21 giugno 2025, appena quattro mesi dopo la sua morte. Secondo quanto riportato, il vigilante aveva già acquistato l'anello di fidanzamento per la futura moglie, ritrovato sul letto insieme al telefono e alle chiavi il giorno della sua scomparsa. La sorella di Danilo ricorda la felicità negli occhi del fratello che a breve sarebbe dovuto convolare a nozze, così come i ricordi commossi della zia. Anche l'ex cognata non crede al gesto estremo, ricordando Danilo come un ragazzo sorridente e solare, che teneva tantissimo alla figlia e che non si sarebbe mai potuto uccidere, tantomeno il giorno prima del suo compleanno.

Secondo le ricostruzioni, il giorno della sua morte Danilo aveva inviato due messaggi vocali alla fidanzata, poi era passato a salutare la madre ed era uscito di casa a bordo della sua Fiat Punto rossa, ritrovata a poca distanza dal suo corpo. La madre ha dichiarato che il figlio era con lei fino a due ore prima del decesso e appariva "normale come sempre". Un elemento particolarmente inquietante emerso durante la trasmissione "Chi l'ha visto?" è la presenza di una chat WhatsApp con messaggi effimeri (che si cancellano dopo 24 ore) tra Danilo e un uomo misterioso. Questa chat risalirebbe proprio al giorno della morte di Danilo, facendo sorgere il dubbio che il vigilante si sarebbe dovuto incontrare con questa persona nel pomeriggio del 13 febbraio. Il numero di telefono di questo contatto, sebbene ancora attivo, continuerebbe a squillare a vuoto.

Un altro elemento che alimenta i dubbi è la presenza di una segnalazione anonima che avrebbe indicato il punto esatto dove sarebbe stato trovato il corpo di Danilo. Questo dettaglio, insieme agli altri elementi sospetti, ha spinto la Procura ad aprire un fascicolo ipotizzando il reato di istigazione al suicidio. La famiglia, attraverso l'avvocato, continua a chiedere che vengano approfondite le indagini, convinta che ci sia qualcuno che sa cosa è realmente accaduto a Danilo ma non parla. La madre ha lanciato un appello rivolto a chiunque abbia avuto contatti con il figlio negli ultimi sessanta giorni della sua vita, sostenendo che proprio in quel lasso di tempo si nascondano le risposte alle tante domande ancora senza soluzione.

A quattro mesi dal tragico ritrovamento, la vicenda della morte di Danilo Cancedda resta avvolta in un fitto velo di mistero. Mentre le autorità continuano le indagini, la famiglia non si arrende e continua a cercare la verità su quanto accaduto quel 13 febbraio 2025 tra le sterpaglie di Santa Gilla. La speranza è che la visibilità data dal programma "Chi l'ha visto?" possa portare nuovi elementi utili a far luce su questa tragica vicenda.

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