Alghero: Fratelli d’Italia incalza Daga sul caso Carmina Burana. Cardi: “Noi domande, lui teatro”

Non è uno scambio di cortesie, ma un confronto politico che va in scena con i toni asciutti di chi rivendica il ruolo dell’opposizione. E lo fa con metodo, senza sconti. Il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Pino Cardi, prende carta e penna e risponde all’assessore Enrico Daga, all’indomani delle polemiche sul finanziamento pubblico e sull’organizzazione dello spettacolo Carmina Burana previsto ad Alghero.

Abbiamo posto domande precise e fondate sulla modalità con cui si è deciso di finanziare e organizzare lo spettacolo dei Carmina Burana ad Alghero: sull’opportunità di stanziare 60.000 euro pubblici per una sola serata; sulla scelta della banchina Dogana, che richiede costi e allestimenti rilevanti, come location, quando già esistono spazi attrezzati come Piazza de Lo Quarter; e ancora sul senso di ospitare uno spettacolo non esclusivo, già in scena a Sassari due giorni prima, con evidenti limiti sul piano dell'impatto e della partecipazione”, scrive Cardi. E puntualizza: “Su tutto questo attendiamo, ancora, risposte.”

Ma la risposta, secondo Fratelli d’Italia, non è mai arrivata. O meglio: è stata elusa, sostituita da un registro personale e drammatico. “Anziché fornire spiegazioni trasparenti, l’Assessore Daga ha preferito trasformare una questione politica e amministrativa nel solito monologo personale, con toni teatrali e pose da vittima”, affonda Cardi, che poi chiarisce con ironia: “Non abbiamo mai parlato del suo bar, né abbiamo bisogno di evocarlo. È stato lui a farlo, ricordandoci che sarà chiuso il giorno del concerto. Prendiamo atto con serenità di questa importante notizia.”

Il punto, per il partito della Meloni, resta uno: l’uso dei soldi pubblici. “Parliamo di scelte amministrative opache, di priorità e di programmazione culturale. E ci chiediamo, con tutta la legittimità dell’opposizione consiliare, quale logica politica guidi questa amministrazione.”

E alle dichiarazioni concilianti arrivate da alcuni degli organizzatori dell’evento, Cardi replica con rispetto ma senza cedere: “Le dichiarazioni successive, diffuse dai soggetti coinvolti nell'organizzazione sono rispettabili, ma non modificano i fatti: si tratta di una produzione non esclusiva, in una location che comporta costi aggiuntivi rispetto ad alternative già operative.”

Infine, la stoccata, che chiude il comunicato con il tono secco del dubbio che inquieta: “Se porre domande significa essere ‘professionisti del veleno’, allora sì: continueremo a farlo. Perché chi ha paura delle domande, molto spesso ha paura delle risposte.”

Nel gioco degli specchi tra palco e amministrazione, Fratelli d’Italia non intende recitare. Preferisce interrogare. E pretende risposte.

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