La Sardegna perde terreno sul fronte dell’offerta aeroportuale. Lo certifica il nuovo rapporto CNA, che mette a confronto le principali destinazioni turistiche del Mediterraneo per il periodo di ferragosto. Il verdetto è netto: combinazioni di volo in calo del 14% rispetto al 2024, contro una media generale in leggera crescita (+0,7%).
Si è passati dalle 7.806 opzioni del giugno 2024 alle 6.707 del giugno 2025. Una flessione che riguarda tutti e tre gli scali sardi – Alghero, Cagliari e Olbia – e che diventa ancora più significativa se confrontata con le performance delle concorrenti dirette. Le Baleari, per esempio, offrono oltre 3.700 combinazioni con voli diretti. La Corsica ne conta 1.651, l’Algarve 884, Creta 669, Croazia 663, Sicilia 324. La Sardegna si ferma a 266, pur con un lieve incremento rispetto al 2023 (+40).
Il problema non è solo numerico, ma anche strategico: mancano i collegamenti diretti dai mercati più importanti – Germania, Francia e Regno Unito – e questo penalizza la competitività dell’isola nel contesto turistico internazionale.
I prezzi, intanto, restano stabili ma alti: 1.190 euro per una famiglia tipo (due adulti e due bambini) andata e ritorno a cavallo di ferragosto. Più della Sicilia (1.160 euro), dell’Algarve (1.157) e delle Baleari (700), ma meno di Croazia (1.333), Creta (1.566), Corsica (1.864) e Cipro (1.976).
A pesare è anche la distanza rispetto al 2019: in Sardegna i costi sono aumentati del 42%, peggio hanno fatto Corsica (+91%), Algarve (+51%), Croazia (+51%) e Creta (+51%).
Unico vero punto di forza, il tempo medio di viaggio: 4,7 ore da Londra, Parigi, Francoforte, Berlino o Monaco. Solo le Baleari fanno meglio. Un dato che testimonia la posizione strategica dell’isola, ma che da solo non basta a compensare i ritardi infrastrutturali.
«Rispetto all’anno passato – dichiarano Luigi Tomasi e Francesco Porcu (CNA Sardegna) – i turisti che vorranno raggiungere la Sardegna nel periodo di ferragosto avranno a disposizione un numero inferiore di opzioni di scelta. A conti fatti, le compagnie aeree hanno ridotto i livelli di operatività, riducendo l’offerta, ma aumentando la disponibilità di voli diretti, la quale, tuttavia, rimane contenuta».
«Proprio i collegamenti diretti – aggiungono – nel confronto con le altre destinazioni mediterranee, soprattutto Creta, Croazia Adriatica e le inarrivabili Baleari, rimangono uno dei punti dolenti dell’offerta aeroportuale della Sardegna, configurandosi come elemento strategico su cui lavorare per migliorare la competitività dell’isola come meta turistica internazionale».
«Luci e ombre – concludono – emergono anche dall’analisi delle tariffe; quest’anno, con la stabilizzazione dei costi (carburanti e servizi aeroportuali), le compagnie hanno mantenuto il livello di prezzo del 2024, ma il costo per raggiungere la regione è oggi superiore di oltre il 40% rispetto al 2019».