Un gesto maldestro, forse compiuto in fretta, ha provocato un danno materiale e simbolico. Durante la ricollocazione della statua di Sant’Efisio Martire all’interno della teca, a Villa San Pietro, si è verificato un incidente: l’indice della mano destra del Santo si è spezzato. Secondo le prime ricostruzioni, la statua sarebbe stata inserita "di piatto" anziché "di taglio", causando la frattura della parte più fragile.
Il danno, purtroppo evidente, è stato confermato anche da alcuni presenti. Subito dopo l'accaduto, è stata garantita l'intenzione di procedere al restauro dell’effigie, che dovrebbe avvenire al termine dei festeggiamenti, ma la vicenda solleva interrogativi non secondari su responsabilità e copertura dei costi.
A oggi, nessuno ha ufficialmente assunto l’onere dell’accaduto, e tra gli addetti ai lavori circolano le prime perplessità. Un silenzio che rischia di diventare assordante, tanto più che si tratta di un bene oggetto di forte devozione popolare. Alcune indiscrezioni parlano di una possibile apertura di un’inchiesta per chiarire l’esatta dinamica dell’incidente e valutare eventuali responsabilità civili o penali.
Non è la prima volta che la statua subisce danni. Gli anziani del paese ricordano un episodio risalente al 1943, negli anni dei bombardamenti, mentre un altro caso più recente sarebbe avvenuto nella frazione di Su Loi. In entrambe le occasioni, fu necessario l’intervento di restauratori specializzati.
Ora la domanda è legittima: chi pagherà il nuovo restauro? L'amministrazione comunale? Il comitato organizzatore dei festeggiamenti? La parrocchia? O sarà necessario un appello alla collettività per sostenere le spese?
In attesa di chiarimenti ufficiali, resta l’amarezza per un danno che, pur riparabile, tocca il cuore della fede e della tradizione. La speranza dei fedeli è che, oltre al dito, non venga spezzato anche il senso di responsabilità verso un simbolo che appartiene a tutti.