Il relitto della "Sbilenca" e la burocrazia infinita: una storia algherese lunga 17 anni

  Il 21 marzo 2008, la barca a vela "Sbilenca" si incagliò nella scogliera dell’isolotto della Maddalenetta, poco distante dalla costa di Alghero. Da allora, il relitto è rimasto lì, immobile, a testimonianza di una vicenda che intreccia promesse, pastoie burocratiche e un percorso amministrativo ancora irrisolto. 

  Oggi, con il relitto a pochi mesi dal suo diciassettesimo anniversario, la domanda è sempre la stessa: perché non si è ancora riusciti a rimuoverlo? Andrea Montis, ex assessore all’Ambiente del Comune di Alghero, ha ripercorso i passi avanti fatti durante il suo mandato, evidenziando i risultati raggiunti nonostante le difficoltà. "Su questa partita il Comune di Alghero, da quando presi l’incarico e non ho motivo di dubitare conoscendo gli uffici, ha fatto molto più di quanto avrebbe dovuto. Quando una problematica ricade sul territorio e sulla cittadinanza locale, la si affronta, anche se non di diretta competenza, cercando collaborazione su obiettivi comuni", ha dichiarato Montis.

  L’ex assessore ha spiegato come la competenza per la rimozione del relitto non spetti direttamente al Comune, bensì alle Capitanerie di Porto – in questo caso quella di Porto Torres – che però non dispongono delle risorse finanziarie necessarie per agire in autonomia. Per questa ragione, durante il suo mandato, furono trovati 40.000 euro di finanziamenti regionali, destinati proprio alla rimozione della barca a vela incagliata. "Trovate le risorse e verificato con la Regione che potessero essere spese per quel preciso scopo, si è proceduto a formulare un accordo tra pubbliche amministrazioni, stabilendo chi facesse cosa e come", ha spiegato Montis. Nonostante questi sforzi, la rimozione del relitto è rimasta bloccata da complicazioni burocratiche. Montis ha sottolineato la complessità della procedura, vincolata da normative che coinvolgono diverse amministrazioni e ambiti di competenza.

  "Gestione del relitto come rifiuto, proprietà, sicurezza: sono tutti aspetti regolati da norme differenti. Se fosse stata un’operazione privata, sarebbe stata semplice, ma per le pubbliche amministrazioni tutto è più complesso". L’ex assessore ha inoltre precisato di aver lasciato l’incarico con un percorso già tracciato: "Gli uffici avevano pronto il documento per dare il via alle operazioni, un accordo ai sensi dell’art. 15 della L. 241/90, da firmare tra il Comune di Alghero e la Capitaneria di Porto di Porto Torres. Non so se sia stato firmato, ma suppongo ci possano essere stati ritardi a causa dell’avvicendamento dei dirigenti, non della parte politica, che aveva già concluso il proprio compito". 

  Intanto, il relitto della "Sbilenca" continua a giacere sulla scogliera, diventando sempre più un simbolo delle difficoltà burocratiche che spesso bloccano interventi urgenti e necessari. Lo scafo in resina, potenzialmente inquinante, è stato più volte segnalato come pericoloso per l’ambiente marino e costiero dalle associazioni ambientaliste. Nonostante ciò, la vicenda resta irrisolta, e i cittadini si interrogano sul perché una questione apparentemente semplice non venga risolta. Con i finanziamenti già ottenuti e il percorso amministrativo impostato, la "Sbilenca" rappresenta oggi un esempio emblematico di come la macchina burocratica possa rallentare processi che sembravano a un passo dal compimento. Resta da capire se l’amministrazione attuale sarà in grado di portare a termine un lavoro che sembra bloccato in un eterno limbo.

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