Lanusei: Il funerale negato di Maria Cabras e il silenzio della benedizione

  C’è qualcosa di profondamente sbagliato in ciò che è accaduto a Lanusei, qualcosa che va oltre il semplice disaccordo tra un parroco e una famiglia in lutto. Maria Cabras, 94 anni, una donna che ha dedicato la sua vita alla Chiesa, non ha ricevuto l’ultima benedizione dal parroco del paese, Don Federico Murtas.

  Una decisione che non ha niente di pastorale, niente di misericordioso. Don Murtas ha scelto di andarsene, di voltare le spalle a quella bara e a quella famiglia, solo perché i parenti hanno osato anticipare il carro funebre, camminando davanti ad esso. Forse nella mente di Don Murtas, questo era un atto di ribellione, una sfida alla sua autorità. Ma quello che rimane è il gesto di un uomo che ha deciso di punire una famiglia, negando loro l’ultimo conforto che la Chiesa dovrebbe garantire a chiunque, a prescindere dalle circostanze.

  Maria Cabras, una donna che ha servito la sua comunità come bidella e che ha trovato conforto nella sua fede per tutta la vita, si è vista privata di quel gesto finale di pietà. Questo non è solo un affronto alla famiglia, è un affronto alla stessa umanità. Cosa resta di una Chiesa che dimentica di essere prima di tutto umana, che dimentica che il suo compito è accompagnare, non giudicare? Lanusei non è solo un paesino scosso da una decisione assurda. È il simbolo di un sistema che, troppo spesso, dimentica il suo scopo. 

  E Don Murtas, con la sua fuga dal dovere, ne è il volto, un volto che dovrebbe farci riflettere su cosa stiamo diventando, su come stiamo permettendo che il formalismo prenda il sopravvento sul cuore. Maria Cabras è morta senza la benedizione del parroco, ma forse, alla fine, non è lei la vera vittima di questa storia. La vera vittima è l’umanità stessa, quella che si perde quando si scelgono le regole al posto della compassione.

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