L'Ultimo round di un campione: Morto Carl Weathers, l'amato Apollo Creed

  Nell'ampia sala del ricordo, dove gli echi della gloria rimangono sospesi tra le pareti del tempo, si è spenta una fiaccola dello sport trasfigurato nei grandi schermi: Carl Weathers, già paladino dei campi di football americano, poi trasmigrato nell'Olimpo del cinema, ha abbandonato il terreno di gioco della vita. 

  A 76 anni, il destino ha chiamato a sé questo gladiatore dei tempi moderni, lasciandolo addormentare in un sonno senza fine. Weathers, col suo portamento da leone antico, trasmutò l'energia bruta del football in arte scenica. Oltre tre quarti di secolo di vita, di cui più di mezzo secolo dedicato al servizio della settima arte, con un curriculum che annovera più di 75 opere tra pellicole e serie televisive. Si ritrovava sul grande schermo come un centurione in battaglia, sempre pronto a sfidare i limiti dell'umano.

  Rammentiamo, con una nota di malinconica venerazione, il suo ruolo nel film "Predatori", dove, al fianco del colosso Arnold Schwarzenegger, dimostrò che anche al di fuori del ring poteva reggere il confronto con i giganti. Ma è nella saga di Rocky che Weathers, interpretando Apollo Creed, incise il suo nome nel marmo della storia cinematografica. 

  Un personaggio che, come un moderno Achille, sfidava i propri nemici con la stessa irruenza e il medesimo coraggio che lo avevano reso un titano nei campi di football. In Rocky IV, durante una conferenza stampa ante bellum, Apollo Creed, con la sua voce temprata dalla battaglia, pronunciò parole che risuonano ancora nelle orecchie dei fan: "Io ho combattuto con i migliori, e li ho battuti tutti, ho mandato più gente in pensione io della previdenza sociale". In queste parole, un amalgama di sfida e ironia, si celava l'essenza di un uomo che non conobbe mai il verbo "arrendersi".

  Con la scomparsa di Carl Weathers, se ne va un pezzo di storia, un frammento di quel sogno americano che tanto ha affascinato e ispirato. Restano i film, le immagini, le battute, ma soprattutto resta l'immagine di un uomo che seppe trasformare ogni sfida in un'opportunità per eccellere. Addio, Carl, guerriero del grande schermo e del campo verde. La tua eredità continuerà a vivere in ogni frame, in ogni applauso, in ogni ricordo. E come dicesti a Rocky poco prima di essere ucciso da Ivan Drago: "Non gettare la spugna mai, per nessuna ragione al mondo" anche ora alla fine della vita. 

Cronaca

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