In una società che dovrebbe essere civile, ci troviamo ancora una volta a dover testimoniare un atto di inaudita crudeltà. Un gatto, un povero animale innocente, è diventato il bersaglio di una giovanissima barbarie, nell'indifferente notte di Alberobello.
Il gatto, di nome Grey, membro di una colonia felina curata da una volontaria presso il Comune, è stato brutalmente aggredito e ucciso da una ragazzina, che non ha trovato di meglio da fare che sferrare un calcio all'animale, precipitandolo nelle acque gelide di una fontana.
La scena, degna di uno scenario bellico più che di una tranquilla piazza di provincia, è stata ripresa da un'altra giovane, probabilmente un'amica della carnefice. Hanno postato il video sui social come fosse uno scherzo, accompagnandolo con una didascalia che grida vendetta: "Ciao amò, beccati un po' di notorietà".
Ebbene, la notorietà l'hanno ottenuta, ma non quella che speravano. Il web si è scatenato in un moto di giusta indignazione. I cittadini di Alberobello, i netizen e chiunque abbia un briciolo di umanità si sono uniti nel condannare questo gesto atroce.
Ma la condanna morale, per quanto forte, non basta. È un grido nell'oceano di un'indifferenza che sta diventando sempre più assordante. Questa vicenda deve farci riflettere sulla direzione che sta prendendo la nostra società, dove i giovani, invece di essere portatori di valori positivi, diventano esecutori di atti di pura crudeltà.
Che giustizia venga fatta per Grey. Che il suo inutile sacrificio non sia dimenticato. E che questa vicenda serva da monito: non possiamo permettere che la barbarie si annidi tra noi, indisturbata e impunita.