Musica e tradizione tra gli eventi collaterali della tre giorni ospitata al Conservatorio Canepa

  Una serie di eventi collaterali incentrati su musica e tradizioni artistiche stanno accompagnando in questi giorni la più importante conferenza europea sulla giustizia riparativa che è stata organizzata in questa edizione in Sardegna. L’evento promuove pratiche innovative per far fronte alla criminalità e ai conflitti. Ad organizzare la tre giorni di incontri e dibattiti che è stata ospitata dal Conservatorio di Musica Luigi Canepa è il Forum europeo per la Giustizia Riparativa in collaborazione con il Team delle pratiche di giustizia riparativa del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università di Sassari . Questa mattina prima dell’apertura ufficiale della conferenza allestita nella Sala Sassu ad accogliere nel piazzale dei Cappuccini la Ministra della Giustizia Marta Cartabia è stata una rappresentanza del gruppo folk di Orgosolo che ha eseguito un canto a tenore seguito da una danza realizzata dal gruppo folk di Nule. 

  Sul palco della Sala Sassu si è esibito invece l’ensemble di flauti del Conservatorio Canepa diretto da Tony Chessa e composto da Letizia Pirino, Vanna Sanna, Martina Porcheddu, Sara Beccu, Matteo Sechi e Nicola Roggio. Nel corso della giornata di lavori programmata per domani salirà sul palco della Sala Sassu il tenore Matteo Dore allievo del Canepa e giovane promessa del concertismo che eseguirà brani della tradizione sarda. La giornata di sabato si concluderà con l’esibizione dell’arpista Chiara Pistidda e del quartetto Du Prè composto dai violoncellisti: Maria Carla Piras, Marta Piras, Carla Nieddu, Alessia Sassu. L’arte e la tradizione sarda sono state presenti nel corso di tutta la conferenza sul palco del Conservatorio anche attraverso alcune opere realizzate dai detenuti del Carcere di alta sicurezza di Nuchis e di alcuni tappeti lavorati al telaio dalle tessitrici di Nule. 

  “Nel tappeto centrale, chiamato “Stelle e conflitti” – ha spiegato il presidente del Conservatorio Canepa Ivano Iai - sei tessitrici hanno riprodotto la forma di violenza più brutale: quella che muove un popolo contro un altro popolo. Le dita delle donne nulesi diventano storte per il tempo passato al telaio, in un silenzio rotto dal suono dello strumento che permette l’intreccio di trama e ordito e vede nascere l’opera che pian piano si fa arte. Per noi, al Conservatorio, la musica è una forma di giustizia: ristora il sacrificio di un percorso difficile, non sempre compreso, ed è un dono alle persone che apprendono l’importanza del tempo e la bellezza del silenzio”. Nel corso del suo intervento la ministra Cartabia si è congratulata per l’originalità delle proposte artistiche sottolineando l’importanza di questo genere di iniziative utili a promuovere pratiche innovative di giustizia riparativa.

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