Un secondo tempo da dimenticare. La Norvegia travolge l’Italia al Meazza di Milano.

  Un bel primo tempo non basta. La Norvegia nella ripresa dà una lezione all'Italia, segna quattro reti (due di Haaland, una dell'imprendibile Nusa e l'ultima nel recupero con Strand Larsen) e fa capire perché andrà al Mondiale direttamente e noi saremo costretti a marzo ai playoff. Dove, in semifinale, potremo incontrare una tra Svezia, Irlanda del Nord, Romania e Macedonia (o Galles): la griglia sarà completa martedì sera, il nome dell'avversario arriverà nel sorteggio di giovedì alle 13. Prima sconfitta per Gattuso, dopo cinque successi di fila: inevitabile riflettere sulla flessione della squadra nella seconda frazione anche se gli scandinavi, otto successi in otto match del girone, danno la dimostrazione di essere superiori quando decidono di giocare "davvero". Per noi non è un'umiliazione come lo scorso giugno a Oslo (almeno a livello di gioco), ma il ko ci fa capire che ancora non siamo al livello delle migliori d'Europa. Fermo restando che la Norvegia non andava al Mondiale dal 1998. La serata è comunque da ricordare per Pio Esposito, alla prima rete a San Siro della sua carriera, la terza in cinque incontri con la maglia azzurra. Adesso Haaland avrà capito chi è l'attaccante dell'Inter anche se il bomber del City, al trentaduesimo gol stagionale in venti incontri tra club e nazionale, in questo momento è di un altro pianeta. Chi lo schiera parte avanti di un gol e la doppietta con cui ci ha steso nell'arco di una manciata di secondi ci deve far riflettere. ?Priva di Calafiori, Tonali e Kean, l'Italia come previsto mette da parte (momentaneamente) il 4-2-4 per passare a un 3-5-2 nel quale Retegui ed Esposito sono le punte e Frattesi, mezzala destra, è chiamato a inserirsi di frequente alle loro spalle. Rispetto al 2-0 di Chisinau i cambi sono dieci e l'unico confermato è Mancini che francobolla Haaland.

  Si vede subito che stavolta la Nazionale è fatta di un'altra pasta rispetto a giovedì: in campo ci sono molti titolari e non elementi che vogliono mettersi in mostra. I meccanismi azzurri funzionano alla perfezione e i cambi di gioco continui mettono in crisi il 4-3-3 della Norvegia. Sorloth, alto a destra nel tridente, è pigro nell'arretrare per chiudere sulle avanzate di Dimarco e la formazione di Gattuso sfonda più volte su quella parte perché Barella, Bastoni e Dimarco sono in superiorità numerica. Il gol dell'1-0 è la logica conseguenza e arriva dopo un cambio di gioco di Politano per Dimarco che serve Esposito a centro area: l'attaccante dell'Inter tiene a distanza l'avversario con il fisico e, da vero centravanti, si gira mettendo la sfera sotto le gambe di Nyland. Vantaggio meritato che fa esplodere il Meazza, pieno nonostante la pioggia e un tempo inclemente. La Norvegia, che ha la qualificazione in tasca e pensa soprattutto ad amministrare, non si danna l'anima. Esposito si mangia il raddoppio, mentre Donnarumma trascorre una prima frazione da spettatore o quasi. Torniamo negli spogliatoi sull'1-0 con il rammarico di aver giocato quasi sempre nella loro metà campo e di aver concluso nello specchio solo una volta su sette, in occasione della rete di Esposito. Si ripropone, dunque, il problema di mira, da risolvere assolutamente in vista dei playoff. ?La ripresa inizia con la Norvegia più propositiva e offensiva. Le urla di Solbakken evidentemente svegliano l'orgoglio dei suoi giocatori che creano subito due palle gol con Sorloth, più nel vivo. L'Italia adesso fa girare meno velocemente la palla e usa meno i cambi di campo anche perché la pressione degli avversari è più convinta rispetto a quella (inesistente) del primo tempo. La gara diventa più equilibrata e la Norvegia fa capire perché andrà direttamente al Mondiale: Nusa prima ci punge con i suoi dribbling, poi firma il pareggio con una gran tiro che termina alle spalle di Donnarumma anche a causa della deviazione di Politano, in ritardo come Frattesi nella chiusura. Gattuso capisce il momento difficile e prova a dare più compattezza alla mediana con i centimetri di Cristante per Frattesi. Rischiamo ancora contro Nusa, sul quale Donnarumma mette una pezza, ma torniamo a bussare alla porta di Nyland con Dimarco e Pio Esposito. È solo un lampo perché ormai la Norvegia ha più sicurezza e voglia di prendersi i tre punti. Lo fa con Haaland, annullato da Mancini nel primo tempo e decisivo nell'arco di pochi secondi con una doppietta che mette a nudo le disattenzioni della nostra difesa (grave l'errore di Bastoni sul 3-1). Il passaggio al 4-2-4 di Gattuso non serve: è la Norvegia a far festa con la sua gente dopo il 4-1 di Strand Larsen. Noi per andare al Mondiale dovremo aspettare i playoff sperando di evitare la terza beffa di fila.

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