Generosità e compattezza, questa la ricetta di Pisacane per il Cagliari di quest’anno.

  L'allenatore Pisacane ha sempre affermato che la filosofia del suo gioco si basa essenzialmente su concetti come la compattezza, la generosità e il coraggio. Icone del proprio carattere, travasate sul terreno di gioco ai suoi giocatori e magari adattando il modulo per garantire un approccio combattivo. In questo contesto, il mister cagliaritano ha saputo mostrarsi camaleontico, studiando uno schema ad hoc per la gara da affrontare e poi modificandolo in corso d’opera. Nonostante siano trascorse solo cinque giornate di campionato, più due di Coppa Italia, si possono trarre conclusioni abbastanza veritiere su quella che è l’idea calcistica di Pisacane. Non uno schema ingessato, ma tante soluzioni alternative. E sta proprio qua la capacità di un tecnico di tenere in pugno la propria squadra. Riuscire a motivare le risorse in modo che possano seguirlo quando si tratta di variare il canovaccio tattico di una qualsiasi contesa, soprattutto in momenti nei quali tutto appare in salita. Oramai è risaputo che un allenatore moderno, uno dei tanti giovani emergenti anche in Italia, non si limita ad avere un solo schema di gioco, ma adotta un modello basato su principi tattici che i giocatori devono applicare in modo dinamico, rispettando ovviamente delle direttive di base dalle quali non è possibile scantonare.

  Le variazioni di modulo in campo non sono solo cambi numerici, ma il risultato di idee chiare per affrontare momenti specifici della partita o diverse strategie avversarie. Ed in questo Pisacane, nonostante la poca esperienza nella massima serie, ha mostrato di non essere impreparato. Essendo tra l’altro uno studioso del modello calcistico nostrano. Ogni tanto qualche incidente di percorso. Nell’ultima sfida casalinga contro l’Inter il mister ha perso Belotti, al quale è saltato il legamento crociato del ginocchio sinistro e dovrà star fuori per un bel po’. Pisacane ci credeva, e tanto, nell’ex-Torino e praticamente sempre, da quando è arrivato, lo ha fatto partire titolare. A questo punto sta nell’abilità del tecnico capire quelle che sono le alternative giuste in una posizione, come quella di punta dell’iceberg della squadra, davvero fondamentale per finalizzare quello che creano nella zona nevralgica. Sarà probabilmente una lotta a due fra Borrelli e Kiliçsoy, posto che Sebastiano Esposito venga visto come un secondo attaccante in grado anche di ricucire le trame fra centrocampo e punta. Borrelli ha già mostrato di tenere bene il campo, è un lottatore che non tira mai indietro la gamba. Dovrà provare ad essere più incisivo in zona-gol. Kiliçsoy è invece un punto interrogativo, ma le aspettative ci sono. Il turco ha un bagaglio tecnico interessante ed un tiro da fuori niente male. È atteso a verifiche importanti nel corso di questa annata.

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