Sul Puerto de Belagua cambia ancora tutto: Vine vince, Vingegaard in rosso

  El Ferial Larra Belagua, 2 settembre 2025 - La Vuelta si risveglia dal primo giorno di riposo con i fuochi d'artificio. Sul Puerto de Belagua, salita che chiude la decima frazione, il Grande Giro spagnolo cambia volto: Jay Vine conquista il secondo successo di tappa con una cavalcata solitaria da antologia, mentre Jonas Vingegaard supera Torstein Træen in classifica e si riprende la maglia rossa. 175 chilometri e 2890 metri di dislivello che raccontano una storia di fatica, strategia e colpi di scena. Il copione della giornata si scrive già nei primi chilometri. Il gruppo parte da Sendaviva con la frenesia di chi ha troppa energia repressa: ritmo infernale, scatti a raffica, nessuna fuga che riesce a prendere il largo. Louis Vervaeke e Dries De Pooter ci provano per primi, ripresi in un battibaleno. Poi tocca al quartetto con Andrea Bagioli, Jaume Guardeño, Harold Tejada e Rémi Cavagna: stesso destino. Il plotone viaggia a oltre 50 chilometri orari, una media da cronometro che frantuma ogni tentativo di evasione. Ci vuole un'ora di battaglia forsennata prima che la corsa trovi il suo equilibrio. È quando mancano 120 chilometri al traguardo che finalmente si materializza la fuga buona: venticinque uomini riescono a guadagnare campo sul plotone, trascinati dalla Bahrain Victorious che controlla per Træen. Tra i battistrada spiccano nomi di peso: Mikkel Bjerg e Jay Vine della UAE, i veterani Michal Kwiatkowski e Bruno Armirail, lo scalatore Pablo Castrillo. Il vantaggio sale gradualmente fino a superare i tre minuti. Ma è quando la strada inizia a salire verso l'Alto de las Coronas che il gruppo dei fuggitivi inizia a sfaldarsi. Javier Romo attacca in solitaria conquistando la vetta del primo Gran Premio della Montagna, inseguito da un Jay Vine che non molla un metro.

  La discesa ricompatta i migliori della fuga: sono in nove a giocarsi le carte migliori per l'arrivo in salita che si avvicina inesorabile. A 18 chilometri dal traguardo, il giovane belga Alec Segaert della Lotto decide di anticipare tutti. L'attacco è fulmineo e in pochi minuti guadagna quasi mezzo minuto sui compagni di avventura. Alle sue spalle, Vine e Romo provano a organizzare l'inseguimento, ma Segaert sembra avere le ali quando imbocca per primo i tornanti del Puerto de Belagua. La salita finale, però, è una sentenza spietata. Segaert paga lo sforzo anticipato e viene prima raggiunto, poi superato da Pablo Castrillo che sembra avere il finale giusto per prendersi la vittoria. Ma dietro di lui cresce l'ombra di Jay Vine, l'australiano della UAE che ha studiato perfettamente la situazione. A cinque chilometri dal traguardo, l'attacco dell'oceanico è devastante: stacca tutti e si lancia verso il secondo successo personale a questa Vuelta. Nel frattempo, più indietro, si consuma il vero spettacolo della giornata. Il gruppo dei favoriti esplode non appena inizia la salita seria. Juan Ayuso, al centro delle polemiche per il comunicato della UAE sulla rescissione anticipata del contratto, fa da apripista per João Almeida con una progressione che spazza via le chiacchiere. Quando si sposta, è Bjerg a prendere il testimone, ma ormai il danno è fatto: il plotone si è frantumato. I primi a pagare dazio sono proprio quelli che non te l'aspetti. Torstein Træen, il leader norvegese della Bahrain, perde colpi preziosi e vede svanire la maglia rossa che indossava da giorni. Con lui si stacca anche Felix Gall, mentre Giulio Ciccone resta aggrappato all'ultima ruota possibile del gruppetto dei migliori. Almeida prova il colpo da campione a quattro chilometri e mezzo dal traguardo, ma Vingegaard non si lascia sorprendere. Il danese della Visma-Lease a Bike marca l'attacco del portoghese con la freddezza del predatore che aspetta il momento giusto. Con loro resistono Tom Pidcock, Matteo Jorgenson, Jai Hindley, Giulio Pellizzari e Matthew Riccitello. È una corsa nella corsa che tiene tutti col fiato sospeso. Il gruppetto dei big recupera gradualmente sui fuggitivi rimasti, ma davanti Jay Vine vola verso un trionfo che non ammette repliche. L'australiano taglia il traguardo con le braccia al cielo, secondo successo stagionale che conferma il suo momento magico. Alle sue spalle, Pablo Castrillo limita i danni chiudendo secondo a 35 secondi, mentre il gruppo dei migliori arriva compatto dopo aver recuperato e staccato gli ultimi fuggiaschi. Javier Romo completa il podio di tappa davanti ad Archie Ryan, ripreso proprio sulla linea d'arrivo dal plotone dei favoriti. Ma il vero vincitore della giornata è Jonas Vingegaard: il danese della Visma-Lease a Bike si prende la maglia rossa con 26 secondi di vantaggio su Træen, che paga a caro prezzo il momento di crisi finale. La nuova classifica generale racconta di equilibri mutati e di una Vuelta che si riapre completamente. Vingegaard comanda con João Almeida terzo a soli 38 secondi, Tom Pidcock quarto a 58. Felix Gall scivola al quinto posto perdendo terreno prezioso, mentre Giulio Ciccone resiste in sesta posizione. La corsa spagnola ha ritrovato il suo padrone naturale: quel Jonas Vingegaard che nel 2023 aveva già dimostrato di saper domare le salite iberiche. Sul Puerto de Belagua si è scritta una pagina importante di questa Vuelta 2025. Jay Vine si conferma specialista delle fughe da lontano, Vingegaard ritrova la maglia che gli compete per blasone e qualità, mentre la corsa si accende definitivamente in vista delle montagne che verranno. Domani si riparte da una situazione completamente nuova: la Vuelta ha cambiato padrone, ma la strada è ancora lunga.

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