A chiunque frequenti le rotte del nuoto paralimpico, il nome della Sardegna comincia ormai a suonare familiare come quello di un’antica compagna d’armi. Prima San Teodoro, ora Alghero: l’Isola accoglie ancora una volta il meglio del fondo internazionale, mettendo a disposizione non solo le sue acque limpide ma anche quell’aria densa di maestrale e orgoglio che rende i confronti ancor più epici.
Sarà il tratto di San Giovanni, con il Lido così vicino al cuore della città catalana, a ospitare il 21 giugno la terza tappa della Coppa del Mondo di nuoto paralimpico in acque libere, la World Para Swimming Open Water Cup 2025. Un’arena naturale, dove il mare disegna le corsie e il pubblico può assistere come un tempo si faceva per i pugilati nelle piazze di provincia.
Dietro le quinte di questa perfetta macchina organizzativa si muove l’Associazione Progetto AlbatroSS, guidata da Manolo Cattari, psicologo dello sport con il fiuto del buon tecnico e la concretezza del vecchio dirigente di provincia che sa come tenere insieme atleti, sponsor, istituzioni e territorio. Con lui Silvia Fioravanti, delegata regionale FINP, e Danilo Russu, presidente FIN Sardegna, hanno stretto un patto d’acciaio con la federazione internazionale World Para Swimming, ottenendo fiducia e delega per gestire un evento ormai divenuto tappa fissa e attesa nel calendario globale.
Il giorno prima della gara, il 20 giugno, l’AlguerHall ospiterà la conferenza stampa di presentazione. Alle 10.30 sfileranno al tavolo i protagonisti dell’organizzazione e le autorità, dal sindaco Raimondo Cacciotto al presidente della Fondazione Alghero Graziano Porcu, da Craig Nicholson per la federazione mondiale a Franco Riccobello per la FINP, passando per Claudio Secci del CIP Sardegna e i coordinatori tecnici locali. Una passerella istituzionale necessaria a confermare che dietro le imprese sportive esistono idee, visione e soprattutto lavoro.
Ma Alghero non sarà solo sfida di agonismo. Il giorno 19 giugno, sempre all’AlguerHall, si parlerà di turismo sportivo accessibile. Perché il nuoto paralimpico, qui, è anche leva per un progetto di sviluppo più ampio, che vede la Sardegna come laboratorio ideale per integrare sport e disabilità dentro un’offerta turistica finalmente capace di pensarsi per tutti. Interverranno medici, operatori, amministratori e professionisti del settore, a dimostrazione che la cultura sportiva, quando è buona, finisce sempre per migliorare anche l’economia e la società che la ospita.
Sarà ancora una volta battaglia d’acque e di cuori. Ma anche dimostrazione che lo sport, quello vero, sa sempre come scrivere le sue pagine migliori. Anche in mare aperto.