Riga incorona Monica Piredda, la signora sarda del kata

Nel palcoscenico dei Campionati Europei di Judo Kata 2025, celebrati nella fredda e compassata Riga, la Sardegna ha parlato con voce ferma e sicura grazie a Monica Piredda. Maestra di lungo corso, cintura nera 6° Dan, prima donna dell’isola a toccare simili vette tecniche e istituzionali, ha saputo unire il rigore del kata alla grazia dell’insegnamento, come solo i grandi pedagoghi di tatami sanno fare.

La sua presenza in Lettonia non si è limitata al solo ruolo di alta rappresentanza. In qualità di Commissaria Capo per la Formazione dell’European Judo Union, la maestra Piredda ha guidato il workshop formativo “A vision shared in Riga”, accanto al dottor Slaviša Bradic, tracciando una linea pedagogica netta: il kata non sia mero esercizio da esibizione, ma viva fucina di principi, fiducia e controllo, adatto soprattutto ai giovani.

Piredda ha le idee chiare come un ippon ben eseguito: «Il futuro del kata è nelle nostre mani: se adattiamo il kata in maniera che i nostri maestri ne comprendano appieno i principi e i benefici intrinsechi, possiamo iniziare a praticarlo con i giovani». Non sono parole leggere, e nemmeno affermazioni da convegno: dietro vi è un’intera carriera che, da Alghero, l’ha condotta fin nel cuore delle stanze federali nazionali e ora continentali.

Già vicepresidente del settore judo per il Comitato Regionale Sardegna, componente della Commissione Nazionale Kata e in seguito presidente della stessa Commissione per la FIJLKAM, oggi guida la Commissione Europea Kata Educazione dal 2023. Per la Sardegna – terra più avvezza al vento di maestrale che non ai vertici sportivi federali – è un primato non trascurabile.

Ma se Riga rappresenta il vertice, le radici restano ben piantate nel dojo del Judo Club Alghero, dove, accanto al Maestro Gavino Piredda, Monica continua a trasmettere ai più giovani quella cultura del tatami che sa di rigore, rispetto e fiducia reciproca. Non basta il gesto tecnico: serve l’anima, e quella non si insegna sui manuali.

L’idea di Piredda è limpida: il kata, spesso relegato a cerimoniale statico, va riportato al centro della preparazione, persino come parte dei riscaldamenti prima dello shiai, i combattimenti agonistici. Così si preservano le articolazioni, si affina la mente, si forma il carattere. Si torna, in fondo, alle origini del judo: arte educativa prima ancora che sportiva.

L’European Judo Union l’ha seguita nella sua visione, lanciando già i primi seminari paneuropei. Emblematico il Children Kata Festival & Seminar di Tarcento (maggio 2025), che ha acceso i riflettori non solo sulla tecnica, ma sui valori: concentrazione, rispetto, fiducia.

A Riga, la maestra sarda ha indicato la rotta futura: allargare il novero delle nazioni coinvolte (almeno 30, contro le attuali 23), costruire un vivaio under-16, ampliare la rete continentale di tecnici e arbitri, consolidare il circuito formativo dal Kodokan al Children Kata Festival.

Il suo non è un programma: è un cantiere. Monica Piredda continua a edificare, mattone dopo mattone, una visione moderna del kata, capace di mantenere la disciplina in equilibrio fra la memoria del Maestro Kano e le sfide educative di questo secolo.

In una Lettonia fredda e precisa, il calore di Alghero ha brillato. E non c'è vento baltico che possa spegnerlo.

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