Il sole di giugno batte impietoso sui 4703 metri di dislivello che attendono i 135 superstiti di questo Giro del Delfinato, mentre dalle Alpi francesi Romain Bardet si prepara a vivere la sua penultima giornata da corridore professionista. È sabato 14 giugno, e il francese cerca ancora una volta l'impresa sulle vette che hanno segnato la sua carriera.
La battaglia si accende subito sul Col de la Madeleine, dove Victor Campenaerts scrive il primo verso di questa epopea montana. Il belga della Visma taglia l'aria rarefatta con 30 secondi di vantaggio, ma è solo l'ouverture di una sinfonia che vedrà quindici anime coraggiose unirsi nella fuga della disperazione.
Ben Healy, Alex Baudin, Valentin Paret-Peintre: sono i nomi che danzano nelle prime battute, mentre il gruppo della maglia gialla si frantuma già sui primi tornanti. Lenny Martinez perde terreno, Milan si stacca con quattro compagni, e la corsa assume i contorni di una selezione naturale dove solo i più forti sopravvivono.
Al comando si forma una carovana di quindici fuggitivi: Sergio Higuita e Santiago Buitrago per l'XDS Astana e il Bahrain, Sepp Kuss per la Visma, Guillaume Martin per la Groupama-FDJ. E naturalmente lui, Romain Bardet, che a 33 anni scrive le ultime pagine della sua leggenda su queste strade che lo hanno visto crescere da promessa a campione.
Sul Col de la Croix de Fer la UAE di Pogacar mostra i muscoli. Sei uomini della squadra emiratina tirano il gruppo come mastini al guinzaglio, riducendo il vantaggio dei battistrada da oltre due minuti a pochi secondi. È Matteo Jorgenson della Visma a dare il colpo di grazia alla fuga, con un forcing che spacca anche il gruppo dei migliori.
Restano in quattordici con la maglia gialla quando Buitrago conquista il GPM del Croix de Fer, ma è solo l'antipasto del piatto forte. In discesa, mentre gli altri calcolano e risparmiano energie, Bardet gioca la carta della nostalgia. L'alsaziano del Picnic PostNL scatta solo, a testa bassa, con quel piglio da ragazzo di provincia che ha sempre contraddistinto le sue imprese più belle.
Per venti chilometri Bardet tiene testa ai cannibali che lo inseguono. Cinquanta secondi di vantaggio, poi quaranta, poi trenta. Il caldo è feroce, e il francese si versa addosso il contenuto della borraccia prima di regalarla ai bambini al bordo strada. È il gesto di chi sa che questa è l'ultima volta, l'ultimo regalo ai suoi tifosi.
A tredici chilometri dal traguardo il sogno di Bardet si infrange contro la realtà di Sepp Kuss, che lo riprende e prova a sua volta l'allungo decisivo. Ma l'americano ha fatto i conti senza il fenomeno sloveno.
A 11,9 chilometri dal traguardo di Valmeinier, Tadej Pogacar toglie la maschera. Lo scatto del dominatore di Komenda è una frustata nell'aria rarefatta dell'alta montagna. Jonas Vingegaard prova a rispondere, ma deve arrendersi all'evidenza: oggi lo sloveno è inarrestabile.
Pogacar vola via solo, con quella pedalata fluida che sembra sfidare le leggi della fisica. Dietro, Vingegaard limita i danni mantenendo un distacco contenuto, mentre Florian Lipowitz del Bora si aggiudica il terzo posto della tappa. Remco Evenepoel paga dazio in salita, chiudendo a quasi tre minuti dal vincitore.
Sul traguardo di Valmeinier 1800, Pogacar alza le braccia al cielo per la settima volta in questa stagione memorabile. Quattordici secondi più tardi arriva Vingegaard, che strappa almeno l'abbuono da sei secondi per la seconda posizione. È il minimo sindacale per il danese, che sa di aver trovato un avversario in stato di grazia.
La classifica generale sorride sempre più alla UAE: 1'01" su Vingegaard, 2'21" su Lipowitz, 4'11" su Evenepoel. Numeri che fotografano una superiorità schiacciante in vista dell'ultima tappa di domani, ma anche della Grand Boucle che verrà.
Nelle zone miste, mentre i corridori recuperano il fiato dopo questa battaglia epica, Romain Bardet viene eletto combattivo di giornata. È il riconoscimento più bello per chi ha colorato la corsa nella sua penultima gara da professionista, regalando emozioni pure a chi ama questo sport.
Domani l'ultima tappa chiuderà il sipario su questo Giro del Delfinato, ma oggi resterà nella memoria come il giorno in cui Pogacar ha mostrato ancora una volta di essere il re della montagna, e Bardet ha illuminato le Alpi con l'eleganza di sempre.