181.0 km • 2616m di dislivello • 638m altitudine massima • 14.4% pendenza massima • 2
salite • 2 Traguardi Volanti • Abbuoni 10,6,4 5 settori di sterrato. Unico ritiro di oggi prima
della corsa è di Koen Bouwman (Team Jayco AlUla)
Gubbio saluta i corridori sotto un cielo di maggio che promette gloria e sofferenza. La
carovana rosa si avvia verso un destino scritto nella polvere, verso quelle strade color
dell'avorio che hanno fatto la leggenda del ciclismo toscano. Siena attende, con le sue
torri e le sue contrade, i moderni gladiatori del pedale.
Il plotone sfreccia compatto, nervoso, consapevole che oggi il Giro potrebbe cambiare
padrone. La maglia rosa di Diego Ulissi trema come foglia d'autunno, il suo sguardo
tradisce la preoccupazione di chi sa che gli sterrati non perdonano, che le pietre bianche
possono trasformare sogni in incubi.
Eccoli i primi scatti, anime inquiete che cercano la libertà dalla prigionia del gruppo.
Groves, Hermans, Fretin, De Bondt, van der Hoorn e Lamperti: sei cavalieri alla conquista
del vento, sei uomini che sfidano l'impossibile. Il plotone concede spazio, sembra quasi un
atto di clemenza temporanea prima dell'inevitabile sentenza degli sterrati.
I chilometri scorrono come grani di un rosario, la campagna toscana si dispiega in un
mosaico di verdi e ocra. Le colline si susseguono ondeggianti, come il respiro affannoso
dei corridori che custodiscono energie per il momento decisivo. Il primo traguardo volante
è solo un'ombra che passa, l'antipasto di una giornata che promette fuoco e fiamme.
E poi arriva lui, il primo settore sterrato. La polvere si alza come un sipario antico su un
teatro di battaglie. Il gruppo si contorce, si allunga, si spezza come un ramoscello secco.
In testa la bagarre è furiosa: entrare per primi significa prendere il destino per le briglie,
restare indietro significa consegnarsi alla dea sfortuna.
I fuggitivi vengono inghiottiti uno ad uno dalla furia del gruppo, tutti tranne Groves ed
Hermans che resistono come naufraghi aggrappati a un legno in mezzo alla tempesta. Ma
è solo l'inizio. Le ruote affondano nella polvere, i volti si trasformano in maschere bianche,
gli occhi diventano fessure che scrutano un mondo offuscato.
Ed ecco il momento che cambia tutto: una caduta che ha il suono tragico di un destino che
si compie. Roglic, Pidcock e McNulty rotolano sull'infido sterrato, i loro sogni si macchiano
del bianco polveroso. Il tempo si ferma per un istante, poi riparte più crudele che mai. La
corsa non aspetta nessuno, non ha pietà, continua la sua corsa folle verso Siena.
Come una saetta che squarcia il cielo plumbeo, Isaac Del Toro scatta. È giovane, è
irriverente, non conosce gerarchie né timori. La maglia dell'UAE sembra quasi incendiarsi
sotto il sole toscano mentre il messicano divora la strada con una fame che solo i
predestinati conoscono. Dietro di lui, solo il belga Wout Van Aert riesce a resistere,
aggrappato alla ruota del giovane con la tenacia che ha forgiato i campioni delle Fiandre.
La Classifica Generale si riscrive in diretta, come un poema epico che cambia finale ad
ogni verso. Diego Ulissi vede svanire la sua maglia rosa, trascinata via dal vento della
gioventù e dell'ambizione. Del Toro è virtualmente in rosa, Van Aert è lì, appostato come
un cacciatore paziente.
Dietro, gruppi sparsi combattono contro il cronometro e contro la polvere. Ayuso, Bernal,
Tiberi: ognuno cerca di limitare i danni, di restare aggrappato al treno dei sogni. Roglic
arranca, tradito dalla sorte più che dalle gambe, il suo volto è una maschera di sofferenza
che racconta tutta la crudeltà di questo sport magnifico.
Siena si avvicina, con le sue strade strette e tortuose, con le sue pietre antiche che hanno
visto passare secoli di storia. Del Toro e Van Aert si giocano la tappa in un duello che ha il
sapore delle grandi sfide. Il messicano attacca, crede nella doppietta tappa-maglia rosa,
sogna la gloria totale.
Ma Van Aert è Van Aert. A 150 metri dal traguardo, quando le gambe gridano e il cuore
sembra voler uscire dal petto, il belga trova quel watt in più, quella fiammata che solo i
grandi sanno trovare. Si alza sui pedali, il suo scatto ha la potenza di un tuono estivo. Del
Toro non può che inchinarsi, consolarsi con la maglia rosa che andrà a vestire.
La linea del traguardo è attraversata, la polvere si posa, il respiro torna regolare. Ma
niente sarà più come prima. Questo Giro ha trovato nuovi protagonisti, nuove storie da
raccontare. E in casa UAE, dove le gerarchie sembravano scolpite nella pietra, ora soffia
un vento di tempesta. Del Toro è in rosa, Ayuso mastica amaro. Pogacar non c’è qui, ma
la sua ombra sembra allungarsi sui compagni di squadra.
La strada bianca ha scritto un nuovo capitolo del romanzo rosa. Un capitolo fatto di
polvere, sudore e sogni. Perché questo è il ciclismo: la più bella favola che lo sport possa
raccontare.
Ordine d'arrivo Tappa 9
1. Wout van Aert (Team Visma | Lease A Bike) 4:15:08 + abbuono: 14"
2. Isaac Del Toro (UAE Team Emirates XRG) 4:15:08 + abbuono: 12"
3. Giulio Ciccone (Lidl-Trek) +0:58 + abbuono: 4"
4. Richard Carapaz (EF Education - EasyPost) +0:58
5. Simon Yates (Team Visma | Lease A Bike) +1:00
6. Antonio Tiberi (Bahrain Victorious) +1:00
7. Juan Ayuso (UAE Team Emirates XRG) +1:07
8. Thymen Arensman (Ineos Grenadiers) +1:10
9. Egan Bernal (Ineos Grenadiers) +1:10 + abbuono: 2"
10. Adam Yates (UAE Team Emirates XRG) +1:10
Nuova classifica generale
1. Isaac Del Toro (UAE Team Emirates XRG) 33:36:45
2. Juan Ayuso (UAE Team Emirates XRG) +1:13
3. Antonio Tiberi (Bahrain Victorious) +1:30
4. Richard Carapaz (EF Education - EasyPost) +1:40
5. Giulio Ciccone (Lidl-Trek) +1:41
6. Simon Yates (Team Visma | Lease A Bike) +1:42
7. Egan Bernal (Ineos Grenadiers) +1:57
8. Brandon McNulty (UAE Team Emirates XRG) +1:59
9. Adam Yates (UAE Team Emirates XRG) +2:01
10. Primož Roglic (Red Bull - Bora - Hansgrohe) +2:25