Il Cagliari, in questa danza macabra verso la fine del campionato, si ritrova ancora a ciondolare sul baratro della Serie B, penultimo solitario in classifica, con la salvezza che sembra una chimera sempre più sfuggente.
Dopo quattro sconfitte di fila, un misero punto strappato nell'ultima giornata non fa che confermare la triste realtà: la squadra sarda non riesce a tenere il passo delle dirette concorrenti nella lotta per non retrocedere.
Il buon secondo tempo offerto contro l'Udinese, avversario di turno, non è bastato a scalfire una classifica che continua a essere avara di soddisfazioni.
Eppure, il calcio, amaro e imprevedibile, offre sempre una via di redenzione: il prossimo incontro con il Napoli dell'ex, poco amato, Mazzarri rappresenta un'occasione d'oro per il Cagliari di iniziare finalmente a rosicchiare punti preziosi. Gaetano, con il suo passato recente sotto il Vesuvio e due gol nelle ultime uscite, potrebbe essere l'artefice di una svolta, l'uomo in grado di traghettare i rossoblù fuori dalle sabbie mobili.
Il tecnico Ranieri, sagace e navigato, si trova di fronte al compito erculeo di trovare la formula magica per invertire questa marcia verso l'oblio. Con Nandez a mezzo servizio e l'attesa per il pieno recupero di pedine chiave come Shomurodov e Oristanio, il mosaico della salvezza appare ancora incompleto. Sulemana, novità dalla panchina nell'ultimo match, potrebbe presto rivelarsi una freccia in più nell'arco di Ranieri, in questa disperata corsa contro il tempo e la sfortuna.
Ma il calcio, si sa, è fatto anche di numeri e statistiche crudeli. Con una media punti finora impietosamente bassa, il Cagliari deve ora ingranare una marcia superiore, superando il punto a partita per evitare il destino già segnato del Benevento due stagioni fa. È un cammino arduo, pieno di insidie e di avversari che non regalano nulla, ma è l'unico percorso possibile per chi vuole ancora credere in un futuro nella massima serie.
I segnali di risveglio ci sono, come dimostra la grinta di Jankto e il recupero di Deiola, ma il vero nemico sembra essere nella testa dei giocatori, prigionieri di blackout mentali che li portano a concedere troppo agli avversari. Contro il Napoli, quindi, non ci sarà spazio per errori o cali di tensione: sarà una battaglia non solo tattica, ma soprattutto psicologica, dove ogni pallone potrebbe valere un pezzo di Serie A.
Il Cagliari, con la sua storia e la sua passione, merita una sorte migliore di quella che i numeri freddi della classifica gli stanno prefigurando. Ma il calcio, si sa, non guarda in faccia a nessuno e non regala nulla: solo il sudore e il sacrificio potranno forse scrivere un finale diverso per questa squadra, ancora in cerca della sua identità e del suo orgoglio perduto. La speranza è l'ultima a morire, ma nel calcio come nella vita, sono i fatti a contare. E il Cagliari deve ancora dimostrare di poter invertire questa triste traiettoria.