Ruspe in azione lungo il Temo, alberi abbattuti, cantieri aperti nei terreni privati. E un silenzio che pesa più dei lavori stessi. Il Comitato Non Ti Temo, che raccoglie oltre 700 cittadini, denuncia l’avvio dei cantieri per la difesa idraulica del fiume senza autorizzazioni chiare e senza quella trasparenza che più volte era stata promessa.
“Ci era stato detto, davanti a tutti, sia in sede istituzionale che privatamente, che si sarebbe partiti dal banchinamento. Un impegno ribadito più volte, in Consiglio comunale e negli incontri pubblici. La realtà? Ruspe dentro giardini e orti privati, ulivi abbattuti, distruzione senza permessi, cantieri senza cartelli né preavvisi, ditte che arrivano in pieno agosto senza alcuna trasparenza. E il banchinamento, che doveva essere la priorità, è fermo”.
Il Comitato elenca le mancanze: niente autorizzazione idraulica, un progetto che poggia su una diga mai collaudata, una Valutazione di Impatto Ambientale che nessuno ha visto. Eppure l’opera, da oltre 20 milioni di euro, avanza lo stesso. “Noi non siamo il Comune, non siamo l’ufficio tecnico, non siamo chi incassa stipendi e incarichi. Noi siamo cittadini che presidiano la democrazia”.
Il messaggio al sindaco Alfonso Marras e alla Giunta è netto: incontro immediato e risposte pubbliche. Altrimenti, avvertono, la questione arriverà sui tavoli regionali e nazionali. “Ciò che sta accadendo sul Temo non è solo una questione locale: è una ferita aperta nella credibilità delle istituzioni”.
Sul progetto restano anche i dubbi tecnici. Si parla di nuovi argini, muri di contenimento e canali di scolo, ma senza manutenzione ordinaria e pulizia dei torrenti e dei canali tombati – la vera causa degli allagamenti – si rischia di costruire cemento su fondamenta fragili.
Il Comitato chiude senza giri di parole: “Il tempo dei proclami è finito. Ora servono assunzioni di responsabilità”.