Chi ha deciso i primi piani per l'eolico in Sardegna? una storia di conflitti e polemiche

  Negli ultimi giorni, la Sardegna è stata teatro di violenti scontri e proteste contro l'installazione di nuovi impianti eolici. Questi eventi rappresentano solo l'ultimo capitolo di una lunga storia di conflitti tra il desiderio di sviluppo sostenibile e la tutela del paesaggio e delle tradizioni locali. Nonostante la promessa di una moratoria per dare respiro alle comunità, è emerso che nuovi impianti eolici saranno installati, esacerbando ulteriormente le tensioni. I primi piani per l'installazione di impianti eolici in Sardegna risalgono ai primi anni 2000. Durante questo periodo, il governo italiano iniziò a promuovere fortemente le energie rinnovabili, incluso l'eolico. 

  Con l'approvazione del decreto legislativo n. 387 del 2003 sotto il governo Berlusconi, guidato dal Ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, l'Italia ha spinto per l'adozione delle energie rinnovabili come parte della strategia nazionale per ridurre le emissioni di gas serra e aumentare la sicurezza energetica. Questo decreto, insieme alle linee guida approvate nel 2010, mirava a facilitare la diffusione degli impianti eolici attraverso incentivi economici e semplificazioni burocratiche. La Regione Sardegna, governata all'epoca da Mauro Pili (Forza Italia) e successivamente da Renato Soru (Partito Democratico), iniziò a ricevere numerose proposte per la costruzione di parchi eolici. Tuttavia, già allora emersero preoccupazioni riguardo all'impatto paesaggistico e ambientale di tali installazioni, oltre che alla loro effettiva utilità per l'isola. 

  La Sardegna, in quanto regione a statuto speciale, ha sempre cercato di mantenere un maggiore controllo sulle decisioni riguardanti il suo territorio. Nel 2006, con la presidenza di Renato Soru, la Regione iniziò a delineare un proprio piano energetico regionale che prevedeva una regolamentazione più rigida per l'installazione di impianti eolici, cercando di conciliare le esigenze di sviluppo energetico con la tutela del paesaggio. Nonostante questi sforzi, il governo centrale ha continuato a spingere per l'implementazione dei progetti eolici, spesso scontrandosi con le autorità regionali. 

  Una sentenza del Consiglio di Stato del 2022 ha riaffermato che le imposizioni centrali non possono prevalere sulle esigenze paesaggistiche e ambientali della regione. Tuttavia, questo non ha impedito l'avanzata dei progetti eolici, spesso sostenuti da incentivi economici significativi. Nel tentativo di frenare l'espansione degli impianti eolici, la presidente della Regione, Alessandra Todde, ha proposto una moratoria di 18 mesi nel 2023. Questa misura doveva dare respiro alle comunità locali e permettere una pianificazione più attenta. Tuttavia, nonostante la moratoria, nuovi progetti continuano a ricevere approvazioni. Recentemente, è emersa la notizia che nuovi impianti eolici saranno installati in diverse aree della Sardegna, tra cui il sud dell'isola e il Sassarese. Questa decisione ha alimentato ulteriormente le proteste e il malcontento. Il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi della Regione contro questi progetti, sottolineando la prevalenza dell'interesse nazionale per l'incremento delle energie rinnovabili.

  Le proteste contro l'energia eolica in Sardegna hanno diverse radici. Da un lato, c'è la difesa del paesaggio e del patrimonio culturale, minacciato dall'installazione massiccia di pale eoliche. Dall'altro, c'è la preoccupazione per un modello di sviluppo percepito come estrattivo e poco rispettoso delle esigenze locali. Molti sardi temono che l'isola diventi una "terra di conquista" per gli speculatori energetici, senza benefici reali per la popolazione locale. Inoltre, la questione dell'esportazione dell'energia prodotta verso il continente, senza un ritorno economico significativo per l'isola, è un ulteriore motivo di scontento. I comuni sardi, specialmente quelli nelle zone più colpite dai nuovi progetti eolici, hanno espresso forte opposizione. Sindaci e rappresentanti locali hanno sottolineato che le proposte ricevute sono spesso carenti dal punto di vista documentale e degli impatti significativi che producono. La distribuzione degli impianti non tiene conto delle peculiarità del territorio e delle necessità delle comunità locali. Progetti recenti nel Golfo degli Angeli, a Cagliari, e nell'area tra Olbia e Siniscola, sono stati particolarmente controversi. Il futuro dell'energia eolica in Sardegna dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio tra sviluppo sostenibile e tutela del paesaggio. Le recenti tensioni e proteste sono un chiaro segnale della necessità di un dialogo più aperto e inclusivo, che tenga conto delle preoccupazioni e delle esigenze di tutti gli attori coinvolti. Solo così sarà possibile trovare soluzioni che possano conciliare lo sviluppo delle energie rinnovabili con la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale della Sardegna.

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