Il contrasto dei numeri: Da addio al reddito di cittadinanza a boom di assunzioni

Il mercato del lavoro italiano è un crogiolo di cambiamenti, spesso indicativo delle decisioni politiche del momento. Una di queste, forse la più audace e discussa, è stata l'abolizione del reddito di cittadinanza da parte del governo Meloni. Una mossa che, per molti, rappresentava un rischio, ma che oggi sembra dare i suoi frutti. Con un sms, 32mila persone ricevono l'annuncio del termine del loro reddito di cittadinanza. Questa realtà potrebbe sembrare dura, ma è illuminata da un'altra cifra: 478.000 nuove posizioni di lavoro create in un anno. Di queste, 385mila sono contratti a tempo indeterminato, segnando un importante passo verso la stabilità lavorativa. Il passaggio dal reddito di cittadinanza al "Supporto per la Formazione e il Lavoro" (Sfl) e all’"Assegno di inclusione" (Adi) è emblematico della nuova direzione intrapresa dal governo. E a settembre, la nuova piattaforma Siisl promette di facilitare ulteriormente l'incontro tra domanda e offerta di lavoro. Tuttavia, le modalità di comunicazione dell’Inps, già utilizzate in giugno per altre 169mila famiglie, hanno riacceso il dibattito sull'approccio umano e sensibile nella gestione delle politiche sociali. La domanda che sorge spontanea è: l'abolizione del reddito di cittadinanza ha veramente dato il via a un'era di prosperità lavorativa o siamo solo all'inizio di un lungo percorso? Speriamo che la risposta sia la prima e che il paese continui su questa strada, utilizzando le nuove risorse e piattaforme per guidare l'Italia verso un futuro lavorativo più stabile e inclusivo.

Attualità

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Per decenni l’Italia è stata un Paese dove si votava quasi per dovere biologico. Dal 1948 al 1976 le urne registravano affluenze da repubblica modello: tra il 92 e il 94 per cento dei cittadini. Un plebiscito stabile, continuo, quasi naturale. Poi qualcosa si è incrinato. Prima lentamente, fino al 2008, quando si ...

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Cagliari. Il "problema". Della Giunta regionale della Sardegna. È l'alleanza con il Pd. Che non è sostanzialmente mai nata nel Campo Largo. Il Pd non sopporta di essere la stampella di Alessandra Todde, visto che il suo peso elettorale è 4 volte quello dei 5 Stelle. Mentre la Governatrice va avanti, decidendo come se quella forza politica dei demo...

L'osservatorio di Guerrini: Il diritto alla salute
Il diritto alla salute. È la necessità primaria della persona. Questo diritto in Sardegna, ancor più che altrove, è negato ad una fascia enorme di popolazione. È una emergenza nazionale. Ma in una Regione tra le più depresse d'Europa diventa una realtà drammatica e inaccettabile. Anche oggi, come tutti i giorni, i segnali dello sfascio del sistema...

L'osservatorio di Guerrini: La vergogna delle poltrone.
Regione Sardegna. La vergogna delle poltrone. I posti nell'apparato regionale non bastano mai. Adesso si litiga pure sui fondi per le consulenze. L'ultima bega riguarda i soldi a disposizione per i Gruppi politici Regionali, che verrebbero tagliati a favore della Giunta. Uno scontro istituzionale indecoroso sulla torta da dividere. Si chiedono, d...

L'osservatorio di Guerrini: Se la politica è assente ingiustificata
Se la politica è assente. Ingiustificata. Mentre la Sardegna è gravata dal colonialismo romano e da quello di Bruxelles. Lo Statuto Sardo, che ha rango costituzionale, subisce continue prevaricazioni. E, comunque, appare ampiamente superato per poter reggere alla sfida con il centralismo assolutista del Governo e della UE. In Commissione Statuto ...