Danza a Sassari, al Teatro Verdi successo trionfale per “Lo Schiaccianoci”

  Con “Lo Schiaccianoci” al Teatro Verdi l’atmosfera del Natale ritorna per magia in una notte di luglio attraverso uno spettacolo che, dovendo rappresentare un caloroso tributo a un’icona della danza classica nel decennale dalla scomparsa, diventa soprattutto un omaggio all’amore e alla passione per questa forma d’arte che Jaguse Vrankova ha lasciato in eredità alla città di Sassari. Un amore fatto di studio, passione, tecnica, e in particolar modo di disciplina e determinazione, la stessa che spinge a dare tutto come vuole Tersicore, la dea greca della danza: umiltà e impegno totale. Un imprinting preso in carico con convinzione da Sharon Podesva, nipote di Vrankova, che continua a perseguire il sogno della nonna, quello di creare a Sassari una scuola di formazione per talenti a livello mondiale. Grazie alla DanSoul il sogno può dirsi realizzato. Per “Lo Schiaccianoci” il pubblico è rimasto letteralmente estasiato.

  L’intero teatro di via Politeama, fra galleria, balconi e platea gremita, ha suggellato tra gli applausi uno spettacolo di oltre due ore e mezzo in cui coreografie, luci, effetti, costumi e movenze si sono fuse alla perfezione con le musiche sublimi di Ciaikovski. Nessun dettaglio è stato lasciato al caso. Grande protagonista dell’evento è stato Angelo de Serra, un artista sassarese che ha conquistato l’America dopo essere entrato a far parte della prestigiosa Complexions Contemporary Ballet di New York. Ora è ritornato a danzare per il pubblico della sua città, omaggiando la memoria di Jaguse Vrankova non solo nello “Schiaccianoci”, ma in una speciale performance a fine serata. Nel saluto conclusivo Sharon ha dichiarato che il sogno di sua nonna «continua a vivere in tutti gli artisti a cui ha trasmesso questo prezioso lascito, che si propaga di generazione in generazione». In un misto di gioia e commozione, la coreografa applauditissima ha menzionato gli altri suoi studenti che ora si stanno facendo onore oltremare come Elena Idini, danzatrice nella produzione italiana di Anastasia, alla quale Broadway ha ceduto i diritti.

  Poi Emma Lizza e Laura Coni, ammesse ai corsi intensivi dell’English National Ballet School in Gran Bretagna e della Dutch National Ballet Academy in Olanda. Quindi Flavia Pisuttu, altra promettente allieva che all’età di soli undici anni è stata selezionata per il secondo corso per ballerini professionisti della Scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma, superando brillantemente l’audizione. Tanti successi che già di per sé restituiscono orgoglio e soddisfazione a un’avventura iniziata negli anni Settanta, quando da prima ballerina del Teatro nazionale dell’Opera di Praga, Jaguse Vrankova aveva portato a Sassari le sue passioni, costituendo la prima e unica scuola di danza classica riconosciuta dal Ministero dell’istruzione. «Quest’arte è capace di fornire scopo, di fare ardere la motivazione e di portare a esplorare se stessi – ha affermato Sharon dal palcoscenico –, ma regala anche situazioni meravigliose e di livello che, oltre alla bellezza e serietà dell’arte in sé, donano esperienze di vita e di confronto internazionale, aprendo mente e cuore».

Spettacolo

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