In Sardegna il problema non è solo chi semina, ma anche chi mangia. Cinghiali, cervi, cornacchie, cormorani: un esercito in libertà che ogni anno lascia il segno nei campi e negli allevamenti. Per questo la Regione ha deciso di mettere sul piatto un milione di euro per risarcire agricoltori e allevatori danneggiati, e per migliorare il monitoraggio delle specie selvatiche.
La Giunta, su proposta dell’assessora dell’Ambiente Rosanna Laconi, ha approvato i nuovi criteri di riparto dei fondi tra Province e Città metropolitane. La parola d’ordine è “proporzionalità”: i soldi andranno dove i danni sono maggiori. Un modo per evitare che qualcuno riceva troppo e altri restino a mani vuote.
“La tutela delle produzioni e la conservazione della fauna devono procedere insieme, non in contrapposizione” ha dichiarato l’assessora. Parole sagge, ma anche difficili da mettere in pratica: perché tra un contadino esasperato e un cinghiale affamato la convivenza è complicata.
Una parte dei fondi, circa 150 mila euro, sarà destinata al censimento dei cormorani, uccelli che fanno impazzire i pescatori più delle reti rotte. Gli altri 850 mila euro andranno invece alle Province per coprire i danni a campi, stalle e pascoli. La misura ha avuto il via libera della Conferenza Regione-Enti locali, e servirà anche a completare i censimenti e i controlli in attesa del nuovo Piano Faunistico Regionale, ancora in cantiere.
In sostanza, la Regione prova a rimettere ordine in una giungla che di naturale ha ormai ben poco. Gli animali si moltiplicano, gli indennizzi arrivano in ritardo e chi vive di terra o di mare deve arrangiarsi. Stavolta, almeno sulla carta, c’è un piano.
Ora resta da vedere se basterà un milione per tenere a bada la fauna — e la pazienza degli agricoltori.