Due emergenze neonatali nel giro di pochi mesi. Quattro vite salvate grazie alla prontezza e alla dedizione del personale sanitario. Ma per Christian Mulas, presidente della Commissione Sanità del Comune di Alghero, non si può andare avanti così. «Non possiamo vivere di emergenze – dichiara –. La sanità ad Alghero non può più restare nell’ombra».
Il caso più recente è avvenuto pochi giorni fa: una donna alla 33ª settimana di gravidanza ha partorito d’urgenza nel reparto di Ostetricia dell’Ospedale Civile. La neonata, nata in condizioni critiche, è stata trasferita al reparto di Terapia Intensiva Neonatale di Sassari. Un intervento tempestivo, ma ancora una volta eseguito senza il supporto dello STEN, il servizio regionale di trasporto d’emergenza neonatale.
«L’Ospedale di Alghero ha dimostrato di saper rispondere con efficacia – sottolinea Mulas – ma non possiamo più affidarci solo alla forza e alla passione di chi lavora nei reparti. Serve una sanità strutturata, stabile, efficiente. Non solo reattiva».
La richiesta è chiara: attivare finalmente lo STEN e lo STAM, i servizi di trasporto materno e neonatale previsti dalla Delibera G.R. n. 30/13 del 21 agosto 2024. La norma regionale esiste, l’accordo con lo Stato risale al 2010, ma il servizio resta lettera morta. Anche l’ultimo trasferimento è avvenuto grazie all’improvvisazione del personale, non a un’organizzazione strutturata.
«Perché lo STEN non è operativo nella nostra provincia?», domanda Massimiliano Fadda, vicepresidente della Commissione Sanità e rappresentante di Prima Alghero. «Il servizio garantisce il trasferimento sicuro dei neonati critici con équipe specializzate. È inaccettabile che dopo quasi un anno dalla delibera non si sia mosso nulla».
Fadda chiede l’immediata convocazione di un tavolo tecnico. La richiesta verrà formalmente presentata alle sedi competenti. «Rivolgiamo un appello all’assessore Bartolazzi – aggiunge – affinché si trovi una soluzione concreta e immediata. Assicurare assistenza qualificata ai neonati è un dovere inderogabile del sistema sanitario».
Nel frattempo, Mulas rilancia: «Servono pediatri con formazione neonatologica per rendere sicuro il punto nascita. Vanno potenziate le branche chirurgiche attive al Civile – urologia, chirurgia generale, oculistica, otorinolaringoiatria – anche in assenza della chirurgia robotica. Basta proclami, servono azioni. Alghero è un nodo fondamentale del sistema sanitario regionale: ignorarlo vuol dire abbandonare una comunità intera».