Fondi ai Comuni, l’opposizione affonda Todde: “Mistifica la realtà, il Governo ha già fatto la sua parte”

La presidente della Regione, Alessandra Todde, lancia accuse al Governo per il mancato pagamento dell’1,68% del Fondo di solidarietà comunale. La risposta del centrodestra è netta, sonora, senza giri di parole. Il clima è da resa dei conti. Ma di quelle in cui la contabilità è l’ultima delle preoccupazioni, e la propaganda la voce principale del bilancio politico.

“Todde conferma un amore non corrisposto per i numeri e persevera nell’arte della mistificazione per coprire il suo vuoto politico”. Così Ugo Cappellacci, deputato di Forza Italia e presidente della Commissione Affari Sociali alla Camera, liquida l’uscita della presidente sarda con la solita asciuttezza dell’oppositore abituato alle schermaglie. “Dopo il primo pagamento della prima rata del 27 maggio – evidenzia Cappellacci – è seguita una seconda erogazione e in tempi rapidi è prevista la liquidazione dell’1,68% residuo, che completa il trasferimento. In concreto, le difficoltà vissute dai Comuni nel 2025 sono dovute ai tempi biblici per l’approvazione della prima Finanziaria della Giunta Todde, licenziata dopo un anno e mezzo, e quattro mesi di esercizio provvisorio, e non certo al Governo.”

Tradotto: i soldi ci sono, ma chi doveva farli fruttare in Sardegna ha dormito. E mentre a Villa Devoto si stendevano comunicati, i sindaci aspettavano istruzioni, o almeno un cenno. Ma al posto dei fondi, hanno ricevuto accuse indirizzate a Roma.

Non meno duro il commento del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Corrado Meloni: “Ennesima 'operazione propaganda' della presidente Todde, che vorrebbe utilizzare il momentaneo mancato pagamento dell'1,68% dei Fondi di solidarietà comunale come cortina fumogena per oscurare il nulla della sua gestione dopo oltre un anno di governo. Un disperato tentativo di distrarre l'opinione pubblica isolana.”

Meloni, in linea con il suo partito e con la strategia del centrodestra, smonta l’emergenza: “Un allarme infondato, utile solo ad attaccare pretestuosamente il Governo Meloni. Infatti, l'importo ancora da erogare (circa 71 milioni di euro per i quasi 8mila Comuni italiani) è una cifra residuale che non giustifica i proclami barricadieri della Presidente. Peraltro, il Ministero degli Interni ha già annunciato che sarà liquidata a brevissimo.”

Poi l’affondo più amaro, quello che cerca di rimettere la discussione con i piedi per terra: “Con quale coraggio la Presidente della Giunta può permettersi di fare i conti in tasca al Governo nazionale per un ritardo marginale, quando ha presentato in ritardo di ben quattro mesi la Finanziaria regionale, costringendo proprio i Comuni sardi a fare i salti mortali, e ha dimostrato un'incapacità preoccupante nella spesa delle risorse assegnate alla Regione, per esempio nel caso dei fondi del Fesr, come denunciato dal suo assessore del Bilancio, Giuseppe Meloni.”

Ma non finisce qui. Da Alghero arriva la stoccata del coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia e del capogruppo Alessandro Cocco, che alza il tiro e mescola cifre, accuse e ironia: “Nessun taglio, nessun blocco: sul Fondo di Solidarietà 2025 la verità la definiscono i numeri. Il Ministero dell’Interno ha già trasferito quasi 4 miliardi di euro ai Comuni, con la quota residua in arrivo nei prossimi giorni. Si tratta di una normale gestione dei flussi finanziari, necessaria anche per garantire risorse PNRR e investimenti locali.”

E poi la frustata: “Alessandra Todde, invece, preferisce mentire e attaccare il Governo, pur di coprire l’immobilismo della sua giunta regionale, ormai decaduta. Mentre la presidente e la sinistra tengono in ostaggio il Consiglio regionale, mentre il consigliere regionale Valdo Di Nolfo si occupa di politica estera e di fine vita - materie che non rientrano nelle competenze della Regione - e mentre lui e Antonio Piu si sfidano a colpi di passerelle e inviti mancati, i sardi restano senza risposte dalla Regione.”

La verità, probabilmente, sta come sempre da qualche parte nel mezzo. Ma in politica, come in guerra, la verità è spesso la prima a saltare. Resta il dato di fatto: i fondi arriveranno, ma la fiducia resta bloccata. E quella non si liquida per decreto.

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