“Grazie alla diagnosi precoce, oggi sappiamo che è possibile tenere sotto controllo il diabete di tipo 1 fino a tre anni prima della comparsa dei sintomi. È una rivoluzione concreta, nata da una buona legge, da una grande visione e da un lavoro corale che ha unito Parlamento, comunità scientifica e famiglie.” Così Ugo Cappellacci, presidente della Commissione Affari Sociali e Salute della Camera, commenta i risultati dello screening pilota previsto dalla Legge 130/2023, di cui Giorgio Mulé è stato primo firmatario e lo stesso Cappellacci promotore attivo.
Non è una dichiarazione generica, ma il punto fermo di una strategia politica che ha unito pragmatismo e visione. “Grazie alla mia azione come Presidente della Commissione – prosegue Cappellacci – abbiamo garantito un iter rapido e condiviso, che ha portato all’approvazione in sede referente con il massimo consenso possibile e poi al via libera definitivo del Parlamento. Inoltre, è stato su mia esplicita richiesta che la Sardegna è stata inserita tra le regioni pilota, insieme a Lombardia, Marche e Campania. Ringrazio il Ministro Orazio Schillaci e il Sottosegretario Marcello Gemmato per aver accolto con convinzione questa proposta, condivisa anche con le associazioni dei pazienti.”
I numeri, diffusi dalla Società Italiana di Diabetologia, sono lì a testimoniare il peso della scelta politica: “Nei bambini individuati precocemente, non solo si riesce a ritardare l’insorgenza dei sintomi fino a tre anni, ma si registra una riduzione di oltre il 20% del rischio di complicanze gravi, come la chetoacidosi diabetica. È una svolta epocale, soprattutto in regioni ad altissima incidenza come la Sardegna, che oggi diventa anche un laboratorio virtuoso di prevenzione a livello nazionale.”
Cappellacci rivendica una linea chiara, senza sbavature: “Abbiamo scelto di credere nella scienza, nell’innovazione e nella prevenzione: ora è il momento di estendere questo modello a tutti i bambini d’Italia. Perché ogni diagnosi anticipata significa meno sofferenza, meno costi per il sistema sanitario e più qualità di vita per le famiglie.”
Infine, il ringraziamento e la promessa: “La legge 130 è il simbolo di una politica che ascolta, che agisce e che non si ferma agli annunci. Ringrazio il collega Mulé, tutti i parlamentari che hanno sostenuto la legge, i medici e i ricercatori che rendono possibile questa svolta. Continueremo su questa strada, con nuovi strumenti e risorse, perché la salute è il più grande investimento sul nostro futuro.”