A Osaka la Sardegna si è presentata con i costumi e le launeddas, ma non solo, anche con la scienza. E con numeri che fanno rumore. Il progetto Einstein Telescope ha dominato la quarta giornata della Settimana dell’Isola al Padiglione Italia dell’Expo 2025, mostrando che tra le bellezze millenarie e le pietre sonore di Sciola, c’è spazio anche per i laboratori sotterranei e le onde gravitazionali.
Nel cuore del convegno “Sardegna, a territory of science”, organizzato insieme all’Istituto nazionale di fisica nucleare, si è parlato poco di folklore e molto di ricerca. E si è capito subito che la Sardegna non è solo candidata a ospitare il più ambizioso telescopio sotterraneo d’Europa: è già dentro la partita, con le carte in regola.
A dirlo è stato senza giri di parole il vicepresidente della Regione e assessore del Bilancio Giuseppe Meloni: “La Regione Sardegna ha già investito circa 500 milioni che si vanno a sommare al miliardo del Governo”. E poi: “Il sito di Sos Enattos ha caratteristiche uniche che lo rendono il più adatto ad ospitare un progetto che si andrebbe a sommare a quelli già esistenti: l’infrastruttura Aria e il Sardegna Radio Telescope. Investire in tecnologia per noi significa attrarre talenti, è volano per l’occupazione e rafforza le nostre comunità”.
Parole che lasciano poco spazio ai dubbi. A seguire, si è aperto il doppio panel con scienziati, ingegneri e ricercatori. Alessandro Cardini (Infn Cagliari) ha illustrato il progetto Aria, “impianto per la distillazione dell’argon-40, elemento chimico fondamentale per la ricerca della materia oscura”. La Sardegna, ha spiegato, si propone come vero “hub tecnologico”.
Poi è toccato a Michele Punturo, coordinatore internazionale dell’Einstein Telescope: “Prevede oltre 15 chilometri di gallerie per testare la teoria gravitazionale di Einstein come non è mai stato possibile in passato”, ha spiegato, ricordando che “già oltre 10 paesi europei appoggiano la candidatura di Sos Enattos”.
Un progetto “bipartisan”, ha sottolineato Monique Bossi dell’Etic project, che coinvolge scienziati e comunicatori, ingegneri e manager. E che guarda a Lula, dove il Sardinia Underground Laboratory è quasi pronto.
Alberto Masoni ha posto l’accento sul potenziale economico per il territorio. Ma è stato il giapponese Takayuki Tomaru, tra i padri del telescopio Kagra, a raccontare il legame stretto tra Sardegna e Giappone: “Abbiamo fatto cinque riunioni con gli scienziati italiani, due progetti di collaborazione e due Memorandum of understanding, invitando e accogliendo gli amici italiani al Kagra mentre noi siamo stati in Sardegna”.
Infine Andrea Contu ha mostrato come Sos Enattos “abbia quattro o cinque volte meno rumori rispetto al sito olandese concorrente”, mentre Federica Govoni ha descritto le capacità del Sardinia Radio Telescope di San Basilio, pronto a lavorare in sinergia con il futuro colosso della fisica.
Un Expo, insomma, dove la Sardegna si è mostrata per ciò che sarà, e non solo per ciò che è stata.