C’è una strada che collega Olbia a Tempio, tortuosa quanto basta per farci scivolare dentro un pomeriggio d’estate e, se capita, anche un incubo. Era quasi sera — le 18:50, per l’esattezza — e il sole ancora picchiava contro il parabrezza quando una giovane donna, di ritorno da Olbia dove aveva trascorso alcune ore con un’amica, ha incrociato qualcosa che non doveva esserci.
All’altezza del bivio per la diga del Liscia, un pick-up bianco ha cominciato a starle troppo vicino. Prima le luci alte, poi il fiato sul collo, infine il sorpasso con blocco. Si è fermato di traverso, tagliando la strada come si fa con le bestie quando scappano dal recinto. Dentro il mezzo, due uomini. Uno grosso, alto, capelli scuri, sulla cinquantina. L’altro più magro, basso, capelli bianchi. Nessuno dei due sembrava avere intenzioni amichevoli.
Sono scesi. Uno impugnava qualcosa che somigliava a una roncola, e non per mostrare quanto fosse bravo a tagliare l’erba. Con urla e gesti, le hanno intimato di scendere. Lei è rimasta immobile. Il terrore, a volte, è più saggio del coraggio. E stavolta ha avuto ragione lui.
I due, non ottenendo nulla, sono risaliti sul loro pick-up e si sono dileguati. La giovane, appena riuscita a riprendersi, si è diretta al posto più vicino dove sporgere denuncia. I Carabinieri hanno avviato subito le indagini: visione delle telecamere, tracciamento delle targhe, appello ai cittadini. Perché due uomini su un pick-up bianco, armati e pronti a minacciare una ragazza sola, non sono un incidente. Sono una minaccia, e come tale vanno trattati.
Sui social, il racconto della vittima è stato condiviso centinaia di volte. E non è solo un grido d’aiuto: è un monito. Perché le strade di Sardegna, per quanto splendide e assolate, non devono diventare sentieri per imboscate.
Chi ha visto qualcosa, parli. Perché la prossima volta potrebbe essere troppo tardi. E nessuno, davvero nessuno, dovrebbe aver paura di tornare a casa al tramonto.