raro, in un’aula consiliare spesso affollata da divisioni, vedere una mozione passare all’unanimità. Ancora più raro è che questa convergenza riguardi un tema vitale: la salute pubblica, nella sua accezione più cruda. E invece è successo: il Consiglio regionale ha approvato senza un voto contrario la mozione sul completamento e la piena operatività del Registro Tumori della Sardegna. Un atto che, per una volta, mette in secondo piano le sigle di partito per far parlare la necessità.
La mozione, firmata da Giuseppe Frau e presentata in aula da Valdo Di Nolfo, con il sostegno del collega Sebastian Cocco – tutti appartenenti al gruppo Uniti per Todde – punta a sanare un’anomalia che dura da troppi anni: un Registro Tumori istituito nel 2012, ma mai diventato davvero operativo. Dei tre registri locali previsti – Nord, Centro e Sud Sardegna – solo i primi due risultano attivi, e nemmeno in modo pienamente funzionale. Il Sud, invece, è fermo al palo. E senza dati, non esiste prevenzione. Solo sospetti, paura e ritardi.
“Ognuno di noi, seduto qui, ha connaturato nell’ambizione del fare il consigliere il desiderio di lasciare il segno, di lasciare cambiamenti strutturali alla nostra terra, per migliorare in modo serio e definitivo la vita dei sardi”, ha detto Di Nolfo nel suo intervento. Parole scolpite, che hanno toccato le corde di molti. “Quella di oggi è una sfida di mandato che questo Consiglio, unito senza colori politici, ha scelto di portare avanti con l’obiettivo comune di dare alla Sardegna un registro dei tumori completo, funzionale ed efficace”.
Eppure, ora viene il difficile: trasformare la mozione in realtà. “Servono atti concreti e tempistiche certe: vigileremo con attenzione sull’attuazione della mozione, affinché la Sardegna abbia finalmente un Registro Tumori pienamente funzionante, all’altezza dei bisogni reali delle persone”, ha ammonito Di Nolfo. E ha voluto ringraziare “il collega Giuseppe Frau per il lavoro fatto sulla mozione e l'assessore regionale alla Sanità Armando Bartolazzi per la completa disponibilità dimostrata fin dalle prime interlocuzioni”, senza dimenticare “tutte e tutti gli attivisti delle associazioni che da tempo si battono per raggiungere questo importante risultato”.
Per la Sardegna, dove il cancro è ormai la prima causa di morte, questa non è una semplice pagina amministrativa. È un passo che segna il confine tra la politica delle dichiarazioni e quella dei risultati. Una sanità che vuole dirsi moderna deve fondarsi sui dati, sull’analisi, sulla prevenzione. E per fare prevenzione occorrono strumenti. Oggi, finalmente, la Regione ha fatto un passo in quella direzione. Ma è solo l’inizio.