La Sardegna sbarca in Brasile e conquista il pubblico di Salvador con un progetto di cooperazione che unisce cultura, sostenibilità e solidarietà. Si è infatti conclusa con grande successo la missione della Delegazione dell’Associazione Amici di Sardegna, guidata dal professor Roberto Copparoni, presidente dell’associazione, impegnata per una settimana intensa nello Stato di Bahia tra incontri istituzionali e attività sul campo.
Accanto a lui la dottoressa Antonella Montisci, cooperante e mediatrice culturale, e il dottor Stefano Carboni, biologo marino e coordinatore scientifico del gruppo di ricerca in acquacoltura sostenibile presso la Fondazione IMC di Torregrande (Oristano). Il gruppo ha rappresentato l’Italia durante l’inaugurazione dell’area di pesca sull’isola di Bom Jesus dos Passos, dove si è concluso il progetto finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna nell’ambito della Legge 19/96 “Sostegno al sapere fare delle donne”.
Il progetto, frutto della collaborazione tra numerosi partner italiani e brasiliani, ha dato vita a un laboratorio unico nel suo genere: il primo centro di trasformazione e ricerca dedicato alla pesca e all’acquacoltura sostenibile nella Baia di Tutti i Santi. Il laboratorio è stato affidato alle donne pescatrici locali, che grazie alla formazione ricevuta potranno gestirlo in autonomia, trasformando il proprio lavoro in un modello di economia solidale e sostenibile.
Alla cerimonia di inaugurazione, svoltasi il 16 ottobre, erano presenti autorità civili e militari, tra cui il Console d’Italia a Salvador, il Segretario di Stato all’Agricoltura e Pesca Avv. Pablo Barroso, e diversi rappresentanti del Governo e del Comune di Salvador. Tutti hanno espresso grande apprezzamento per il contributo della Sardegna e per l’impegno dell’associazione nel costruire ponti di cooperazione tra le due sponde dell’Atlantico.
Grazie a questa iniziativa, la Sardegna si è distinta in Bahia come modello di sostenibilità, solidarietà e valorizzazione delle competenze femminili. Un risultato che va oltre la semplice cooperazione tecnica e diventa testimonianza concreta di cultura, partecipazione e rispetto per il lavoro.
Un ringraziamento speciale è stato rivolto a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita del progetto, in particolare alla Regione Sardegna e ai partner che ne hanno reso possibile la realizzazione.
Come ha ricordato il professor Copparoni al termine della missione, «questa esperienza dimostra che la Sardegna, pur piccola, può essere grande quando mette in campo sapere, umanità e senso di comunità».