All’Università di Sassari è arrivato il giorno che segna l’inizio di una nuova stagione. Mercoledì 22 ottobre, nel polo di via Piandanna, sono state proclamate le prime lauree in Ingegneria Industriale. Un traguardo simbolico per il Dipartimento di Ingegneria, guidato dal professor Massimo Tistarelli, e per il rettore Gavino Mariotti, che da tempo puntano a rafforzare l’anima tecnico-scientifica dell’Ateneo.
I primi tre laureati si chiamano Dario Pavarani, Laura Rotariu e Alessandro Lorenzoni. Tre ragazzi che hanno completato il percorso nei tempi giusti, con serietà e passione. Pavarani ha studiato il recupero del calore negli impianti industriali; Rotariu ha lavorato su un sistema di accumulo energetico per il settore della carta; Lorenzoni ha analizzato l’affidabilità di un sistema per lo studio del movimento umano. Argomenti diversi, ma uniti da un filo comune: la ricerca applicata, quella che non resta chiusa nei laboratori ma cerca soluzioni per l’industria.
A supervisionare i lavori, i professori Martino Marini e Andrada Pica, nomi di spicco in un dipartimento giovane ma già ben radicato. Tutti e tre i neolaureati, durante il percorso, hanno preso parte anche a programmi Erasmus nel Nord Europa, confermando la vocazione internazionale del corso.
Oggi gli iscritti sono 61. Numeri che raccontano una crescita costante, segno che anche nel Nord Sardegna c’è fame di tecnica, innovazione e futuro. Il corso prepara figure capaci di muoversi tra meccanica, energia e automazione. Ma più che formare ingegneri in senso stretto, forma mentalità: abituare alla precisione, al metodo, al dubbio.
Con queste prime tre lauree, l’Università di Sassari mette una pietra miliare nella propria evoluzione. Non solo un titolo, ma una promessa: quella di un’ingegneria sarda che non osserva da lontano il cambiamento, ma ci mette le mani dentro.