“La tanto annunciata internalizzazione del servizio di depurazione da parte di Abbanoa rischia di trasformarsi in un’operazione di esclusione piuttosto che di integrazione”.
Lo denuncia il gruppo consiliare di Forza Italia in Regione, composto dai consiglieri Cocciu, Chessa, Maieli, Marras, Piras e Talanas, che chiede un intervento immediato per salvaguardare i lavoratori coinvolti.
Nel mirino degli azzurri ci sono i concorsi banditi da Abbanoa S.p.A. per la gestione diretta degli impianti di depurazione. “Tra i requisiti di ammissione – spiegano – figura un’esperienza continuativa di almeno 18 mesi nel settore depurazione. Un parametro arbitrario e inspiegabile, che penalizza proprio i lavoratori assunti più di recente per garantire la continuità del servizio”.
Secondo Forza Italia, molti dipendenti con meno di 18 mesi di anzianità rischiano l’esclusione nonostante abbiano maturato “competenze vere, sul campo”. Un paradosso che, osservano i consiglieri, “trasforma la stabilizzazione in una trappola burocratica, cancellando professionalità che da anni garantiscono il funzionamento quotidiano dei depuratori”.
Gli azzurri segnalano anche un’altra criticità: “Nei bandi non risulta prevista alcuna clausola che imponga l’assorbimento del personale attualmente impiegato da parte della società subentrante nella gestione del servizio. Una lacuna grave – sottolineano – che espone decine di lavoratori al rischio concreto di perdere il posto”.
Nel comunicato, Forza Italia richiama inoltre l’attenzione sui costi sostenuti dall’Egas per consulenze esterne legate al processo di internalizzazione: “Solo nel 2025 sono stati spesi oltre 75 mila euro in incarichi a studi legali e consulenti, mentre decine di lavoratori rischiano di restare fuori”.
Da qui la richiesta alla presidente della Regione e alla stessa Abbanoa di rivedere immediatamente i criteri di selezione e introdurre una clausola di salvaguardia per garantire la continuità lavorativa anche a chi non raggiunge il requisito dei 18 mesi.
“La priorità dev’essere tutelare le competenze tecniche e professionali che operano negli impianti – concludono –. Salvaguardare questi lavoratori non è solo una questione occupazionale, ma un atto di responsabilità verso l’ambiente, i territori e la qualità del servizio pubblico.”