In Sardegna gli allevatori colpiti dal virus della dermatite nodulare bovina dovranno aspettare. I soldi della legge regionale approvata ieri sera non arriveranno prima di gennaio o marzo 2026. Lo dice senza giri di parole Stefano Ruggiu, vicepresidente del Centro Studi Agricoli.
“Ora – spiega Ruggiu – la legge deve essere pubblicata sul BURAS, ottenere il via libera di Bruxelles, seguire la pubblicazione di un bando, la presentazione delle domande, la loro istruttoria e infine i pagamenti. Solo allora si potrà procedere, sempre che la Giunta regionale guidata dalla presidente Todde non scelga la strada degli aiuti di Stato: in quel caso il DURC e la regolarità contributiva saranno condizioni essenziali per ricevere l’aiuto, i cui importi a capo dovranno essere decisi dalla Giunta entro 90 giorni”.
Tradotto: tra carte, timbri e bolli, la stalla rischia di restare vuota prima che arrivi il primo euro. Per questo il Centro Studi Agricoli propone un’altra via: pagamento di un anticipo del 30% entro dieci giorni dalla domanda, come già fanno in Francia, e richiesta urgente al Governo nazionale per attivare un ammasso pubblico del bestiame bloccato in Sardegna.
“Solo così – conclude Ruggiu – si darà un aiuto concreto e immediato agli allevatori sardi colpiti da questa emergenza sanitaria”.
Il resto, per ora, è attesa. E le vacche non campano di attesa.