Sala gremita, umori tesi e una parola d’ordine che rimbomba tra gli allevatori sardi: “No alle vaccinazioni obbligatorie senza tutele e chiarezza”. La riunione straordinaria del Centro Studi Agricoli, convocata oggi a Macomer, ha registrato una partecipazione massiccia da tutto il Nuorese, la Gallura e il Sassarese. In gioco non c’è solo la gestione della dermatite nodulare bovina, ma la fiducia stessa tra istituzioni e mondo agricolo.
Ad aprire i lavori è stata Carmen Materazzo, allevatrice e dirigente del Centro, che ha puntato il dito contro il decreto regionale n. 21 firmato dall’assessore alla Sanità Carlo Bartolazzi: “Serve chiarezza normativa e protezione per chi lavora ogni giorno tra mille difficoltà”.
Il provvedimento, che introduce la vaccinazione obbligatoria, è finito nel mirino dei presenti. Mancano, denunciano, responsabilità definite, garanzie sugli effetti collaterali e – soprattutto – tutele economiche per gli allevatori in caso di danni da vaccino.
“Non accetteremo imposizioni calate dall’alto – ha tuonato Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli – il clima è esplosivo e il rischio ordine pubblico è concreto. Serve trasparenza e rispetto degli allevatori”.
La linea è netta: moratoria immediata, nuove regole condivise e nessun abbattimento di massa per un singolo capo positivo. Tra le richieste più urgenti anche la definizione preventiva degli indennizzi, la deroga al DURC e la presenza al tavolo tecnico degli assessori competenti.
Approvata infine la nascita di una rete di allevatori contro “la vaccinazione al buio”. La prossima tappa sarà Ozieri, mercoledì 23 luglio: assemblea pubblica, aperta a tutti. E se la politica non darà risposte, promettono, stavolta saranno i pastori a farsi sentire.