Il mare è salato, ma le tariffe lo sono ancora di più.
Secondo l’ultima indagine di Altroconsumo, nel 2025 i prezzi degli stabilimenti balneari sono aumentati in media del 5% rispetto allo scorso anno. In certi posti, però, si sfiora il salasso.
Ad Alghero e Senigallia, ad esempio, i rincari toccano il 9%. Ad Alassio si conferma la spiaggia più cara d’Italia: per una settimana in prima fila si arriva a 354 euro. A Rimini, invece, bastano “solo” 166 euro.
Lo studio ha analizzato 213 stabilimenti in dieci località. Dal 2021 a oggi il prezzo medio di una postazione (un ombrellone e due lettini) è passato da 182 a 212 euro. In quattro anni, un aumento del 17%.
Chi pensa di spendere solo per ombrellone e sdraio si sbaglia. Tra docce, cabine, giochi, toilette e persino il frigorifero, i costi extra si accumulano in fretta. In Liguria, ad esempio, si paga pure per la terza persona sotto l’ombrellone. Così si può arrivare anche a 55 euro al giorno.
Le spiagge libere? Sempre meno e spesso trascurate. Altroconsumo denuncia che la politica delle concessioni infinite frena la concorrenza e gonfia i prezzi.
Per questo l’associazione ha lanciato una petizione: riformare il sistema, obbligare a bandi pubblici, garantire spiagge libere con servizi minimi. Hanno già firmato in 8.000.
Il mare resta per tutti, almeno sulla carta. Ma ormai, per molti, è un lusso da prenotare con largo anticipo… e con il portafoglio pronto.