Giugno è iniziato. E con esso, puntuali come le tasse e la siccità, sono tornati gli incendi. Ogni anno la stessa storia, ogni estate lo stesso requiem boschivo. Cambiano le località, non cambia la sostanza: il fuoco avanza, l’uomo rincorre, il bosco cade.
In data odierna, il bollettino degli incendi in Sardegna segna quindici focolai. Uno di questi ha richiesto l’impiego dei mezzi aerei della flotta regionale. Segno che le fiamme non si sono accontentate del sottobosco, ma hanno puntato in alto, come fanno sempre quando non vengono fermate in tempo.
Il primo episodio si è verificato alle 10:45 a Furtei, in località Cuccuru San Biagio. L’intervento è stato immediato: l’elicottero del Corpo forestale si è alzato in volo dalla base di Villasalto. A terra, uomini e mezzi di FoReSTAS – squadre di Senorbì e Barumini – affiancati dai Barracelli di Furtei e dai Vigili del Fuoco di Sanluri. Una macchina operativa rodata, ma sempre costretta a inseguire un nemico che non riposa mai.
Il secondo fronte si è aperto nel pomeriggio, alle 16:10, in agro di San Sperate, località Ponte di Ferro. Anche qui è stato necessario l’intervento di un elicottero, questa volta dalla base di Pula. Al fianco del Corpo forestale, cinque squadre di volontari: quattro di Assemini (ARCI, L’AQUILA, SOCCORSO ASSEMINI e ORSA SANTA LUCIA), una di Monastir. Presenti anche i Vigili del Fuoco, instancabili sentinelle del territorio.
Due incendi, due interventi aerei, e una conta che non lascia spazio all’illusione. L’estate non è ancora cominciata e già la Sardegna brucia. E brucia dove ha sempre bruciato: nella campagna, nelle aree rurali, in quella terra di mezzo tra l’abbandono e la speculazione. Troppo lontana da tutelare, troppo vicina da ignorare.
Il fuoco, in Sardegna, non è mai solo una calamità. È una cartina di tornasole della gestione del territorio. Di quello che manca: vigilanza, prevenzione, manutenzione. E di quello che c’è: incuria, sterpaglie, disattenzione. Talvolta, peggio ancora, dolo.
Per ora è solo un avvertimento. Ma se il buongiorno si vede dal fumo, sarà un’altra estate lunga. Troppo lunga.