Quale volto avrà la Sardegna fra quarant’anni? Quali mutamenti investiranno il mondo dell’impresa, il tessuto economico, la demografia, il clima? A queste domande tenterà di rispondere la Convention Regionale di Confartigianato Sardegna, che si apre domani, venerdì 6 giugno 2025, alle 9:30 presso l’Hotel Antiche Terme di Sardara. Il titolo dell’edizione di quest’anno non lascia spazio all’ambiguità: “Il futuro (artigiano) è già qui”. Una dichiarazione d’intenti netta, che invita a uscire dalla retorica del futuro come astrazione e ad attrezzarsi per affrontarlo con lucidità.
Al centro dell’evento, un parterre di oltre cento partecipanti – imprenditori, dirigenti, formatori – e un’ospite d’eccezione: Valentina Boschetto Doorly, manager, senior Strategic Foresight expert e una delle principali futurologhe europee, per la prima volta in Sardegna. Insieme a lei, Federico Oggian, coach esperto di Change Management e partner di FutureCube.
«Cercare di capire quali saranno i temi del futuro è certo affascinante ma è un esercizio molto complesso – commenta Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – attraverso questo evento la nostra Associazione punta a tracciare e a descrivere le tendenze future attraverso 5 megatrend che potranno essere di supporto per gestire al meglio le imprese, investire in conoscenza e compiere scelte che riguardano il futuro come imprenditori ma anche come comuni cittadini, attraverso l’osservazione di un periodo temporale medio-lungo».
Il presente, secondo Confartigianato, non basta più. In un’epoca «di turbolenze», come la definisce lo stesso Meloni, occorre «comprendere di che epoca facciamo parte, quali sono le minacce e quali i grandi mutamenti in essere. Solo così potremmo cogliere le potenzialità del domani».
Ed è su questi cinque megatrend che la due giorni di Sardara punterà l’attenzione: il declino demografico dell’Europa, il cambiamento climatico sempre più prossimo alla crisi, la rivoluzione tecnologica incardinata sull’intelligenza artificiale, la globalizzazione e la sua controparte emergente, la de-globalizzazione.
Lo strumento per affrontare la complessità è lo Strategic Foresight, disciplina manageriale che unisce metodi della sociologia, psicologia, economia, ecologia e geopolitica per anticipare gli scenari possibili e aiutare le decisioni del presente. «Oggi va molto di moda “parlare di futuro” – afferma Valentina Doorly – non c’è evento o conferenza che non includa questa parola nel suo titolo. Peccato che, senza aver compiuto un percorso di Strategic Foresight, lo si faccia in maniera generica, finendo in realtà per descrivere il presente».
Per Doorly, lo sguardo sul futuro non è un atto mistico ma un esercizio di responsabilità: «Chi fa impresa scommette sul futuro ogni giorno – aggiunge – l’artigiano che deve ordinare i materiali dai suoi fornitori, sta scommettendo sul futuro. Quando deve decidere se realizzare un prodotto piuttosto che un altro, sta scommettendo sul futuro; se andare ad una fiera di settore piuttosto che un’altra. Ogni scelta, ogni decisione è una scommessa di futuro. Dunque, perché non attrezzarsi con una disciplina di management nata proprio per rendere il nostro processo decisionale molto più solido e meno rischioso?»
Una scommessa consapevole, dunque. Una cultura della previsione che diventa metodo, strategia, visione. E che – sottolineano gli organizzatori – serve tanto all’imprenditore quanto al cittadino. «Del futuro sappiamo già moltissimo – conclude Doorly – non lasciamoci confondere le idee da chi dice che il futuro è imperscrutabile e non possiamo fare nulla se non attendere. Perché questa è una modalità non percorribile né per chi fa impresa né per chi guida Organizzazioni».
A Sardara non si parlerà del futuro per moda, ma per governarlo, prima che a governarci siano le sue conseguenze.