A distanza di quattro anni dal brutale omicidio di Mario Sedda, ucciso a Porto Torres nel marzo del 2021, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Sassari hanno eseguito, nella notte tra il 3 e il 4 giugno 2025, un arresto che potrebbe mettere la parola fine a una delle vicende più feroci e inquietanti degli ultimi anni in Sardegna.
Il provvedimento, disposto dal GIP presso il Tribunale per i Minorenni di Sassari, ha portato alla custodia cautelare in carcere di un giovane che, all’epoca dei fatti, aveva soltanto sedici anni. L'indagato è ritenuto presunto responsabile del reato di omicidio aggravato dalla crudeltà e dall'uso di sevizie, nonché di vilipendio di cadavere per aver tentato di deturpare il corpo della vittima con prodotti chimici.
La svolta nelle indagini è arrivata grazie a un imponente lavoro investigativo: mesi di intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi di immagini provenienti da decine di videocamere di sorveglianza, accertamenti tecnico-scientifici condotti con il supporto dei RIS di Cagliari e l’escussione di circa 150 testimoni. Un'indagine minuziosa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Sassari, che ha permesso di raccogliere elementi ritenuti sufficienti per procedere con la misura cautelare.
Il corpo di Mario Sedda era stato ritrovato il 1° aprile 2021 in via dell’Erica, nei pressi di un'area periferica di Porto Torres. La relazione del medico legale aveva evidenziato ferite multiple inferte con un coltello in ceramica e una grossa pietra, datando il decesso tra il 29 e il 30 marzo 2021. Il dettaglio più agghiacciante emerso fu la ricostruzione degli ultimi momenti della vittima: secondo gli inquirenti, l’uomo sarebbe stato torturato mentre si trovava in stato di incoscienza.
Dopo l'arresto e l'espletamento delle formalità di rito, il giovane è stato trasferito presso l’Istituto Penitenziario Minorile di Quartucciu, dove resterà a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Resta fermo il principio di presunzione di innocenza: l’indagato sarà considerato colpevole solo nel caso in cui intervenga una sentenza definitiva di condanna. Nel frattempo, però, un’intera comunità attende giustizia per un delitto che ha lasciato una ferita profonda nel tessuto sociale di Porto Torres.