Campanedda – Mais, sorgo, angurie e meloni lasciati a secco. In vaste zone della Nurra l’acqua non arriva più, e con essa viene meno la possibilità di coltivare, produrre e resistere. Gli agricoltori, costretti al divieto di coltivazione per carenza idrica, denunciano una situazione ormai al limite. A lanciare l’allarme è il Centro Studi Agricoli, che convoca una assemblea pubblica il 3 giugno alle ore 11 nel salone parrocchiale di Campanedda, per discutere con i produttori e presentare alla Regione un pacchetto di richieste concrete e urgenti.
Il presidente del Centro Studi Agricoli, Tore Piana, non usa mezzi termini: “Siamo di fronte a un’assenza totale dell’assessorato regionale all’agricoltura sul capitolo indennizzi agli agricoltori della Nurra ai quali è stato imposto di non coltivare mais, sorgo, angurie e meloni, che ha conseguenze drammatiche per centinaia di aziende agricole – afferma – Chi non riceve acqua non può seminare, non può produrre, e soprattutto non può sostenere costi senza alcuna garanzia. Il danno economico è enorme e immediato. Servono indennizzi urgenti da parte della Regione Sardegna e la sospensione immediata delle richieste di pagamento del Consorzio.”
Alla riunione interverrà anche il vicepresidente del CSA, Stefano Ruggiu, tecnico ed esperto del settore: “Non possiamo continuare a attendere mesi per capire se e come gli agricoltori siano indennizzati. Se il Consorzio di bonifica non è in grado di garantire un servizio minimo essenziale come l’acqua per l’irrigazione, perché la Regione ha dirottato le acque del Bacino del Cuga a scopi civili anziché irrigui per le colture agricole, allora si avvii urgentemente le procedure di indennizzi e si avvii un piano straordinario per infrastrutture moderne e sostenibili.”
La proposta del Centro Studi Agricoli è articolata in quattro punti chiave:
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Indennizzi regionali immediati per le aziende agricole colpite, svincolati dal regime de minimis, attraverso una leggina regionale con aiuti una tantum;
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Sospensione dei tributi consortili per le aziende che non hanno ricevuto acqua;
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Dichiarazione dello stato di emergenza per l’agricoltura della Nurra;
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Avvio di un piano irriguo strategico, che preveda investimenti in invasi aziendali, pozzi, riutilizzo delle acque reflue e impianti irrigui efficienti.
Infine, il monito è chiaro: “Siamo stanchi di promesse e rimpalli di responsabilità – concludono Piana e Ruggiu – se non arriveranno risposte rapide, saremo pronti a scendere in piazza a supporto degli agricoltori sino a oggi lasciati senza risposte. Perché chi toglie l’acqua agli agricoltori, sta togliendo futuro alla Sardegna.”