A cinquant’anni dalla sua scomparsa, Emilio Lussu torna protagonista in uno dei luoghi a lui più affini: la scuola. Venerdì 28 marzo, alle ore 11:30, l’Aula Pissarello A del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università di Sassari ospiterà l’incontro “Emilio Lussu (1890-1975). Scrivere e agire le parole della democrazia”, promosso dalla Fondazione Vittorio Occorsio nell’ambito del progetto “La giustizia adotta la scuola”, in collaborazione con l’Università di Sassari.
L’occasione è di quelle che contano: il cinquantesimo anniversario dalla morte di una figura centrale nella storia del Novecento italiano. Politico, scrittore, uomo d’azione e di pensiero, Lussu ha attraversato il secolo con la lucidità del testimone e la coerenza del militante. Fondatore del Partito Sardo d’Azione nel 1921 – una sigla che nacque ben prima di ogni populismo, per rivendicare autonomia senza isolazionismi – fu antifascista, confinato politico, poi esule e infine padre della Repubblica.
L’incontro, che vedrà la partecipazione degli studenti dei licei “Giovanni Spano” e “D.A. Azuni” di Sassari e del “Paglietti” di Porto Torres, sarà introdotto dalla costituzionalista Carla Bassu, special advisor della Fondazione Occorsio. Interverranno Alessandro Cadoni, italianista dell’Università di Sassari, Gianmario Demuro, costituzionalista dell’Università di Cagliari, e Roberto Louvin, costituzionalista dell’Università di Trieste. Apriranno i lavori Lucia Cardone, direttrice del Dumas, e Giacomo Spissu, presidente della Fondazione di Sardegna.
Al centro del dibattito, il rapporto tra parola e azione nel pensiero lussiano, a partire da un brano tratto da Un anno sull’Altipiano, opera simbolo della letteratura antimilitarista del primo Novecento: “Che ne sarebbe della civiltà del mondo, se l’ingiusta violenza si potesse sempre imporre senza resistenza?” È da qui che si snoderà il percorso critico e formativo proposto agli studenti, chiamati a confrontarsi con un autore che ha saputo trasformare l’esperienza della guerra e della repressione in coscienza politica e civile.
Lussu non scriveva per abbellire il mondo, ma per comprenderlo e cambiarlo. I suoi testi, mai accademici né retorici, sono testimonianze vive. In essi, la Sardegna appare come microcosmo delle ingiustizie italiane: arcaica, sfruttata, dimenticata. Eppure fiera, indomita, pronta a risorgere se animata da una visione alta della politica. Quella visione che Lussu portò fino all’Assemblea Costituente, contribuendo alla nascita della democrazia italiana.
L’evento è sostenuto dalla Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato alla Pubblica Istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport – e dalla Fondazione di Sardegna. Un’occasione preziosa per riscoprire, attraverso le nuove generazioni, la forza di una voce che ha scritto pagine fondamentali della storia, senza mai smettere di viverle.