La bocciatura della lottizzazione in località Calabona si
inserisce in un più ampio scontro urbanistico che coinvolge strumenti di
pianificazione spesso in contrasto tra loro. Al centro del dibattito vi sono
tre elementi chiave: Il Piano Regolatore Generale (PRG) – il documento
urbanistico che disciplina l’uso del territorio comunale. Il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) – la normativa
regionale che introduce vincoli stringenti per la tutela del paesaggio. L’interpretazione autentica del PRG del 2017 – una delibera
che sembrava aprire alla possibilità di lottizzazione.
L’esito del conflitto tra questi strumenti sarà determinante
per il futuro dell’area e per eventuali ricorsi da parte dei lottizzanti.
Secondo il PRG vigente, l’area di Calabona rientra in zona C di espansione
residenziale, il che consentirebbe interventi edificatori subordinati a un
piano di lottizzazione. Tuttavia, il PPR, adottato successivamente, impone
vincoli più stringenti, limitando nuove edificazioni nelle zone di pregio
paesaggistico. Uno dei nodi fondamentali della vicenda riguarda il concetto di
interclusione ovvero che un’area può essere urbanizzata solo se circondata da altri
insediamenti o infrastrutture. L’amministrazione comunale ha rigettato il piano proprio
sostenendo che l’area non risulterebbe interclusa secondo i criteri stabiliti
dal PPR. I proponenti della lottizzazione, invece, contestano questa
valutazione, affermando che i vincoli imposti sono interpretabili e che l’area
possiede comunque le caratteristiche necessarie per essere urbanizzata.
Questa divergenza di interpretazione delle norme rappresenta
un punto di scontro che potrebbe avere ripercussioni legali. Nel 2017, il
Consiglio Comunale aveva adottato la delibera n. 17, stabilendo
un’interpretazione autentica del PRG. Questa deliberazione affermava che le
zone C della città potessero essere pianificate separatamente, senza obbligo di
una pianificazione congiunta con altre zone limitrofe. Questa decisione
sembrava aprire alla possibilità di lottizzazione dell’area di Calabona.
Tuttavia: La delibera del 2024, che ha bocciato la lottizzazione, non
ha fatto esplicito riferimento a questo precedente. L’opposizione, tramite il consigliere Cocco, ha chiesto chiarimenti su questo punto,
sostenendo che non vi sia stata un’abolizione formale dell’interpretazione del
2017. Se la delibera del 2017 è ancora valida, il Comune avrebbe
dovuto considerarla nel processo decisionale. Questa mancata considerazione potrebbe aprire un fronte
giuridico, con i lottizzanti che potrebbero impugnare il rigetto del piano. La
vicenda si trova a un punto critico. I possibili scenari sono tre:
- I lottizzanti potrebbero ricorrere al TAR, sostenendo che la
delibera di rigetto del 2024 è in contrasto con le precedenti interpretazioni
urbanistiche.
- Il Comune dovrà difendere la sua posizione, dimostrando che
le nuove regole urbanistiche prevalgono sulle interpretazioni passate.
- Resta aperta la questione della pianificazione generale, con
il rischio che altre aree della città possano trovarsi in situazioni simili.
L’inchiesta ha evidenziato tre punti chiave:
- Il rigetto della lottizzazione non è solo una scelta
politica, ma un problema giuridico complesso, legato ai vincoli imposti dal
PPR.
- L’abuso edilizio è accertato, ma il Comune non ritiene di
poter intervenire, per motivi giuridici e temporali.
- L’interpretazione autentica del 2017 crea un elemento di
incertezza che potrebbe essere sfruttato nei ricorsi giudiziari.
Se i privati decideranno di impugnare la decisione, la
vicenda potrebbe non essere ancora chiusa. Per ora, la lottizzazione è
bloccata, ma il dibattito è destinato a continuare.