Il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, annuncia con pompa l'evento di Capodanno con Marco Mengoni alla Fiera. In ballo ci sono ventimila biglietti gratuiti, cifra che potrebbe salire a ventottomila, soggetta all'approvazione del Comitato sull’ordine pubblico. Tutto questo sembra una generosa offerta dell'amministrazione, ma un'analisi più attenta rivela un quadro meno lusinghiero.
L'assessora alla Cultura, Maria Dolores Picciau, dopo aver tenuto tutti sulle spine, conferma infine l'evento. La distribuzione dei biglietti, nominali e non trasferibili, scatenerà una corsa frenetica online. La visione di famiglie e amici che si separano a mezzanotte per correre alla Fiera, sperando di passare rapidamente i controlli di sicurezza, suona come una farsa mal riuscita.
E poi c'è il costo. La spesa di 700.000 euro, solo per una serata, pone interrogativi sulla gestione delle finanze pubbliche. Il sindaco giustifica questa scelta parlando di benefici economici per la città. Ma questi vantaggi sono realmente per tutti o solo per pochi eletti? La decisione di limitare l'accesso a un numero ristretto di fortunati trasforma una festa popolare in un'esclusiva "festa privata".
I paragoni con il Titanic non sono fuori luogo. Mentre la nave di Cagliari affonda sotto il peso di scelte discutibili, il sindaco Truzzu appare più preoccupato di salvare le apparenze che di affrontare la realtà. Il concerto, anziché essere un simbolo di unità e festa comunitaria, si trasforma in un simbolo di divisione e elitismo. E nel frattempo, i cittadini e i turisti, inclusi gli altri sardi, rimangono a guardare, divisi tra chi ha il "pass" e chi no.
L'amministrazione difende la scelta come una necessità per garantire sicurezza e ordine.
Ma non si può ignorare il fatto che questo evento sembra più un tentativo di distrarre dai problemi reali della città con un luccicante, ma esclusivo, spettacolo. Una manovra che ricorda il "panem et circenses" romano, utilizzato per placare il popolo con intrattenimento piuttosto che con soluzioni concrete.
In conclusione, il Capodanno a Cagliari con Marco Mengoni si profila come un evento che, invece di unire, divide.
Un'occasione perduta per mostrare una città inclusiva e ospitale, che celebra insieme l'arrivo del nuovo anno. E, mentre il "Titanic Cagliari" continua ad affondare, ci si chiede se il capitano sia realmente consapevole della "rotta" presa.