Tra Buddusò, Osidda e Ardara, si celava un business tanto lucroso quanto illecito. I carabinieri della Compagnia di Ozieri hanno svelato tre rigogliosi giardini di marijuana, con ben 12.000 piante pronte per il mercato.
Questa scoperta ha fatto guadagnare agli uomini dell'Arma il titolo di "più grande sequestro degli ultimi 10 anni". E se pensate che sia solo questione di piante e terra, vi sbagliate. Questi "agricoltori innovativi" hanno abbracciato la tecnologia, con centraline WiFi e Bluetooth per monitorare le loro coltivazioni a distanza. E, chi l'avrebbe mai detto, anche il business dell'irrigazione era all'avanguardia, con allacciamenti abusivi alle condotte Abbanoa. Ah, e occhio alla recinzione elettrificata, non vorreste certo una scossa mentre ammirate i loro "fiori".
La più grande di queste operazioni verdi si è svolta a Sos Serradinas, tra Buddusò e Osidda, con oltre 8.500 piante "alte come cestisti" sequestrate e 38 chili di infiorescenze essiccate, pronte per una serata tranquilla.
Ma aspettate, c'è di più! Un'altra piantagione, tra Buddusò e Alà dei Sardi, vantava un impianto di irrigazione lungo 2 chilometri, assicurando che le piante non soffrissero mai la sete.
L'ultima "sorprendente" scoperta ha avuto luogo il 14 ottobre, in un'azienda agricola dove 9 persone erano, diciamolo, "al lavoro", intenti a curare amorevolmente la loro coltivazione.
In aggiunta a tutto ciò, l'Ispettorato del lavoro ha anche inflitto una salata multa di 17.600 euro al proprietario dell'azienda per la presenza di lavoratori in nero. Perché, come si suol dire, quando piove, diluvia. E per questi "imprenditori" di marijuana, sembra proprio che il bel tempo sia finito.