Benedetta salvezza. Finalmente è arrivata. Il successo improrogabile nell’ultimo turno casalingo prima della sconfitta di Napoli: è terminata 3-0 contro il Venezia di Di Francesco che ora ha un piede e mezzo in B. Ora è il momento di festeggiare e godersi questa salvezza dopo tante sofferenze. E averla conquistata con una giornata di anticipo è stato di vitale importanza. Dopo i diversi match point buttati al vento, si rischiava di complicare la situazione e restare invischiati nella palude dei bassifondi della classifica. Mantenere la categoria era il minimo sindacale che i tifosi e lo straordinario seguito che hanno i cagliaritani anche in trasferta meritavano. Il recupero di alcuni giocatori come Mina e Luperto e le prestaziono in grande spolvero di Piccoli e di alcuni dei protagonisti in ombra nelle ultime partite ha fatto il resto. Contro il Venezia si è assistito al terzo gol realizzato da Deiola, in un’azione che ha visto protagonisti Makoumbou e Gaetano, come in un videogioco, tra tunnel e tacchetti di fino e questo ha dato il via ai festeggiamenti. Sarà ancora serie A con la speranza che questa società abbia la capacità di uscire dalla mediocrità di una classifica anonima. Altre squadre con un bacino d’utenza simile o addirittura inferiore, in termini di rappresentanza e di significati, hanno dimostrato che se la gestione è affidata a persone competenti e di spessore si può fare. È stata una stagione complicata che merita di essere analizzata con attenzione per fare in modo che non si ripetano i soliti errori in termini di scelte tecniche e di organico. Chiunque resti e qualunque sia la guida tecnica dovrà essere messo nelle condizioni di poter lavorare con una squadra competitiva per uscire dal tunnel dell’ improvvisazione e alzare l’asticella degli obiettivi che ci si augura oltrepassi la soglia minima. Quale sarà la reale dimensione del Cagliari nel prossimo futuro? Ad inizio stagione si era parlato di consolidamento, bilancio sano e la volontà di crescere e di acquistare gli elementi utili alla causa. Ma alla fine l’organico non è stato completato e nei vari reparti si è registrata l’assenza di giocatori nei ruoli cardine. Da anni si chiede alla società un minimo di programmazione per intraprendere un nuovo percorso in termini di competitività e qualità. Idee, progetti e uomini validi per uscire dalla mediocrità che spesso ha accompagnato le prestazioni della squadra. Investire per migliorare e provare a raggiungere nuovi obiettivi sulla base delle esperienze maturate sul campo e di quanto è emerso nel corso del tempo. Sarebbe auspicabile ripartire da una base solida e confermare quei giocatori che hanno dimostrato di avere capito cosa vuol dire indossare la maglia del Cagliari. Festeggiamo e liberiamo la testa, ma pensiamo a ripartire per farci trovare pronti e intervenire dove è necessario.