Empoli e Cagliari, due squadre in piena lotta salvezza, si sono affrontate oggi pomeriggio, 6 Aprile
2025 alle ore 15 al Castellani, un orario perfetto per un pubblico che sperava in un pomeriggio di
emozioni e si è ritrovato con un documentario sul minimalismo tattico in una gara dal peso
specifico altissimo, in un terreno di gioco in buone condizioni, pubblico presente ma non pervenuto
nel tifo, forse contagiato dal ritmo soporifero della gara. In panchina, Roberto D'Aversa per
l'Empoli e Davide Nicola per il Cagliari.?
Uno 0-0 che resterà negli annali delle occasioni mancate. Una partita in cui nessuno ha voluto
spingere davvero sull’acceleratore, lasciando che la paura di perdere superasse il desiderio di
vincere. Pochi tiri in porta, rare accelerazioni, e il costante sospetto che entrambe volessero uscire
dal campo con l’alibi dell’“almeno non abbiamo perso”.
Perché, semplicemente, si è scelto di non rischiare. Il Cagliari è sceso in campo con una
formazione prudente e con uomini fuori ruolo (Palomino terzino è un esperimento da laboratorio,
ma senza ricercatori a supervisionare). Luvumbo e Viola poco ispirati, sostituzioni tardive, e un
centrocampo che amministra, più che creare. L’Empoli? Non fa molto di più, ma ci prova almeno
un paio di volte, fermato da un attento Elia Caprile.
E Marin? Ancora fuori, ancora ignorato, ancora spettatore delle difficoltà creative di chi lo precede
in gerarchia. Ma si sa, ogni allenatore ha le sue ossessioni: c’è chi rilegge Platone e chi insiste su
Viola trequartista che però non ha 90 minuti sulle gambe. Alla fine, il pareggio è figlio legittimo di una mentalità troppo prudente per il momento che il
campionato richiede. Il punto serve a poco, se non a mantenere lo status quo. E mentre la classifica
si muove altrove, Cagliari ed Empoli si stringono la mano, rassicurandosi a vicenda: “Non ci siamo
fatti male”.
Peccato, però, che in Serie A chi non osa... spesso retrocede.