Nessun canadair in cielo, ma sedici focolai a terra. È il bilancio dell’ennesimo bollettino d’allarme che la Sardegna si trova a registrare in una giornata ordinaria di giugno. Una di quelle giornate che, nel calendario isolano, segnano ogni anno l’inizio silenzioso ma implacabile della stagione degli incendi.
Il 7 giugno 2025 si è chiuso con sedici incendi sparsi su tutto il territorio regionale, tutti contenuti grazie al lavoro capillare delle stazioni del Corpo forestale regionale, dei Vigili del Fuoco, delle squadre Forestas, delle compagnie barracellari e delle associazioni di volontari. Nessuno degli episodi ha richiesto l’impiego dei mezzi aerei della flotta antincendio, ma la mappa dei roghi dice molto più di quanto appaia.
Il caso più significativo si è verificato a Pattada, in località Madonna del Carmine, dove sono dovuti intervenire non solo gli agenti della stazione forestale locale, ma anche i colleghi di Ozieri, con due squadre dei Vigili del Fuoco impegnate a terra. Un altro fronte si è aperto a Terralba, in località Paui Nicasu: a domare le fiamme, coordinate dalla stazione forestale di Marrubiu, sono intervenuti anche i GAUF del CFVA di Oristano, Forestas da Palmas Arborea, i barracelli e due squadre dei VVF.
Fiamme anche a Serramanna, in località S’Isca, dove il personale di Sanluri ha avuto l’appoggio dei barracelli locali e dei volontari dell’associazione Quadrifoglio. Più a sud, a Gonnosfanadiga, l’incendio sviluppatosi in località C. Pisano è stato spento da Forestas – cantiere Monte Omu – sotto il coordinamento della stazione di Villacidro.
Un altro focolaio si è acceso a San Sperate, gestito dalla forestale di Dolianova con l’aiuto delle squadre Forestas di Monastir e dei volontari Orsa. Ancora più complesso l’intervento a Capoterra, dove si è registrata una mobilitazione articolata: due squadre dei Vigili del Fuoco da Cagliari, affiancate da volontari di tre sigle diverse (Santa Barbara, Misericordia e Grusap), tutti del luogo.
Sempre nel cagliaritano, a Assemini, sono intervenuti forestali da Uta, barracelli di due comuni e volontari A.V.A.D. di Decimoputzu.
Ma l’elenco non finisce qui. Altri incendi, di minore entità ma non per questo meno significativi, sono stati segnalati negli agri dei Comuni di Arzachena, Maracalagonis, Villaspeciosa, Sestu, Villasor, Tortolì e nuovamente Capoterra e Assemini. Una geografia puntellata di scintille, che nel loro insieme prefigurano un’estate complicata.
Per ora, la Sardegna ha retto. Senza ali nel cielo, ma con molte scarpe sulla terra. Agenti, operai, volontari e barracelli hanno fatto argine all’inferno che avanza. Ma il calendario è appena iniziato, e le previsioni meteorologiche non promettono tregua. I roghi del 7 giugno non sono ancora cronaca nera: sono solo il prologo.