La cronaca del lavoro, quando torna a farsi sentire, ricorda sempre che le società moderne si reggono su equilibri fragili: basta un passo falso nella gestione della spesa pubblica perché quei nodi riemergano con chiarezza. Domani, venerdì, la Cgil richiama il Paese a uno sciopero generale contro la Finanziaria. Una protesta che nasce dal giudizio netto del sindacato: le misure previste nella manovra sono «insufficienti» e non rispondono alle criticità che il mondo del lavoro denuncia da mesi.
Gli effetti saranno percepibili soprattutto nei trasporti, nella sanità, nella scuola e negli uffici pubblici. Per i treni resteranno operative le fasce garantite, mentre a Cagliari i dipendenti del Ctm non aderiranno allo sciopero, scelta che mitigherà i disagi nel capoluogo.
La giornata avrà il suo centro simbolico nella manifestazione regionale, fissata per le 10 in piazza del Carmine, dove convergeranno lavoratori, delegati e semplici cittadini. Non si tratta soltanto di una protesta, ma di un momento in cui si misurerà il rapporto fra società e istituzioni, fra scelte di bilancio e ricadute reali.
Lo sciopero è, nella sua essenza, un atto politico che dà voce a una comunità quando questa sente che le parole non bastano più. Domani quella voce tornerà a occupare le piazze.